Le Cronache di RafflinGate, Parte 1 (Di Vaniglia P.)

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view post Posted on 9/12/2015, 20:43     +1   -1




Capitolo 8
L'Interrogatorio e l'Inseguimento



Per avere indicazioni precise prima di inoltrarci nelle Gallerie ed evitare di finire in una trappola, Nerissa ed io decidemmo di fermarci in Caserma nella speranza di riuscire a cavare qualche informazione utile all'Orco prigioniero.



Centurionessa Nerissa arriva in caserma accompagnata da Vaniglia. Non sa bene cosa la aspetta oltre la cella sorvegliata dallo Sceriffo, perciò attende il suo permesso prima di procedere all’interrogatorio.

Lo sceriffo attende l’arrivo delle due ragazze all’entrata di un’apposita cella preparata in caserma apposta per l’orco; il prigioniero è stato spostato lì in modo da non essergli d’intralcio mentre cercava il passaggio segreto nelle varie celle della prigione. Non appena vede le due arrivare, le saluta con un semplice cenno del capo e si fa da parte. Dall’altra parte delle sbarre, l’Orco sbuffa e pesta ogni tanto i piedi a terra. “FATEMI USCIRE, GRACILINI!”

Viscontessa Vaniglia ricambia il saluto dello sceriffo, prima di avvicinarsi alla creatura per osservarla attentamente. Passato qualche tempo, estrae una pergamena dalla tasca e inizia a prendere appunti.

Centurionessa Nerissa fa un cenno a sua volta allo Sceriffo prima di posare lo sguardo sulla creatura, indecisa su cosa chiederle. Alla fine tenta con un approccio abbastanza amichevole, poi si vedrà. “Possiedi un nome, orco?”

L’enorme bestione verdastro e puzzolente smette per un attimo di gridare per osservare la Centurionessa che si presenta dinnanzi alle sbarre. Sbuffa con un’aria poco interessata. “Tu... Pulce... FAMMI USCIRE DI QUI!!!” Sbraita l’Orco aggrappandosi alle sbarre.

Viscontessa Vaniglia era talmente presa a scrivere, che trasale e muove un passo all’indietro. Non ci mette molto a riprendersi e rivolgere all’Orco uno sguardo di rimprovero. “Scommetto che voi creature non siete completamente stupide, come invece volete ferci credere. Probabilmente non siete nemmeno delle cime... ma immagino tu possa capirci senza troppe difficoltà. Ebbene, non mi piace ripetermi, quindi presta attenzione alle mie parole: l’unico modo che hai per guadagnarti anche solo una possibilità di uscire da quella cella, è di dirci ciò che abbiamo bisogno di sapere.”

Centurionessa Nerissa rimane in silenzio a pensare a quali siano le debolezze degli orchi, sperando di riuscire a trovare qualcosa che lo faccia parlare.

Se solo la bestia fosse intelligente metà di quanto creda Vaniglia, forse la starebbe ad ascoltare. Invece, ancora più rabbioso, esplode in un urlo assordante. “SPACCO TUTTO! SPACCO TUTTI!” grida a gran voce, sbattendo la testa e i pugni contro le sbarre della cella che, quasi impercettibilmente, cominciano a piegarsi.

Viscontessa Vaniglia nonostante l’affermazione di poco prima, non sembra poi tanto stupita da quella reazione. Segue i movimenti della creatura con lo sguardo per un po’, prima di mormorare “Interessante...” e ricominciare a prendere appunti.

Centurionessa Nerissa osserva gli appunti della sua compagna. “Non hanno punti deboli e sono molto resistenti.” Sussurra tra sé e sé prima di rivolgersi nuovamente all’orco. “Orco! Ti lasceremo libero a patto che ci risponderai!” Non è assolutamente vero ma ci tenta.

Pugno dopo pugno, le sbarre si incrinano sempre più. “NON” pugno “DICO” pugno “NULLA!!!!” E con un ultimo colpo, ecco che le sbarre della sua prigione provvisoria cascano a terra facendo un gran baccano. La bestia guarda dritto davanti a sé per qualche secondo, immobile. Solo quando si accorge di essere finalmente libero, dopo giorni di prigionia, scatta fuori dall’angusto carcere scansando facilmente le due ragazze mingherline e ridendo fragorosamente. “VE NE PENTIRETE!” Grida loro prima di fuggire verso il passaggio segreto della Prigione, quasi calpestando il povero Tristan che era appena arrivato sul posto. “Cosa diavolo... Come ha fatto a liberarsi?” Chiede il ragazzo, nel panico, fissando l’orco poco prima che svanisca alla loro vista.

Viscontessa Vaniglia rivolge a malapena uno sguardo al nuovo arrivato. Invece si passa una mano trai capelli e sospira. “Non me ne va mai bene una.” si lamenta, prima di partire all’inseguimento. “Torna qui! Brutta bestia puzzolente, sarai tu a pentirtene se non ti fermi subito!”

Centurionessa Nerissa osserva con aria basita l’orco che scappa e che viene poi inseguito dalla compagna. “Vaniglia!” Urla ma è già troppo lontana. Perplessa dal suo comportamento, si volta verso Tristan per rispondergli. “Gli orchi hanno una forza straordinaria, resistenza fisica eccezionale e capacità di sopravvivenza innata. Dovevamo aspettarcelo che sarebbe riuscito a scappare.”

Tristan osserva la Viscontessa correre dietro l’orco, poi Nerissa. “Capisco.” Le fa un cenno con il capo. “Forza, andiamo. Lo inseguiremo attraverso il tunnel, Phobos dovrebbe essere già là.” Senza attendere una risposta parte a sua volta all’inseguimento, confidando che la Centurionessa lo segua.

Centurionessa Nerissa corre dietro a Tristan, sperando che Vaniglia non si sia cacciata in un guaio.
 
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view post Posted on 10/12/2015, 01:25     +1   -1




Dopo aver varcato il passaggio segreto della prigione, il gruppetto formato da Tristan, Nerissa e Phobos procede lungo il tunnel che li porterà alla tana degli orchi.



“Certo che non si vede a un palmo dal naso” sospira Tristan, voltandosi verso i compagni di viaggio che vede a malapena. “Vi spiacerebbe fare un po’ di luce?”

Antico Phobos l`Oni Incendiario cammina a passo leggero per evitare rumore alcuno: “Non è prudente qui dentro... silenziosi e lesti, era questo il piano” dichiara con tono pacato senza muovere un dito per accontentare la sua richiesta.

Centurionessa Nerissa nel frattempo che segue i compagni, estrae una benda che pone poi sull’occhio azzurro così che il rosso abbia la completa visione del luogo. “Concordo con Phobos. Sarebbe meglio non accendere nessuna luce, non vorrei che attirasse qualche altro bestione.” Sussurra piano.

Tristan annuisce con un sospiro. “Probabilmente avete ragione. Perciò, con permesso...” Sussurra, prima di evocare il potere del monile che porta al collo per tramutarsi in una civetta e continuare il suo percorso svolazzando silenziosamente. Nel tunnel domina il silenzio assoluto per il momento, fatta eccezione per lo sgocciolio che presumibilmente dovrebbe essere quello dell’acqua che gocciola ogni tanto dalle piccole stalattiti che adornano il soffitto del tunnel.

Antico Phobos l`Oni Incendiario non vede assolutamente niente. Tuttavia il suo fiuto gli permette di distinguere Orchi...il muta forma e Nerissa. Mentre la civetta svolazza davanti a loro si avvicina piano a ella e le stringe la mano per essere sicuro che sia lei. Non ha paura, ma non vuole che si allontani.

Centurionessa Nerissa è in quei momenti che ringrazia gli Oscuri di avergli donato l’occhio del vampiro che le permette di vedere nella completa oscurità. Osserva quindi la civetta davanti a sé mentre stringe la mano che il fratello le porge. “Riesci a vederci?” Mormora.

La civetta svolazza ancora per un po’, prima di posarsi sul terreno umido. “Le civette sono animali notturni.” Afferma saccentemente l’esploratore. “C’è un bivio, poco più avanti, e io non ho mai percorso questo tunnel prima d’ora. Dove andiamo?”

Antico Phobos l`Oni Incendiario indica la sinistra: “Proviamo a cercare i confini del tunnel...” sussurra lasciando andare la mano di Nerissa. Con un balzo raggiunge la civetta: “Se non ti dispiace starò qui accanto a te per un po’!” conclude camminando a passo svelto per star lui dietro.

Centurionessa Nerissa non risponde alla civetta. Si ferma di fronte al bivio e lo osserva prima di estrarre una pergamena e un carboncino. Disegna quindi un rapido schizzo del tunnel e dei passi appena fatti per arrivare all’incrocio. “Che ne dite se io vado a destra e tu e Phobos a sinistra?”

Tristan sbatte le ali nervosamente. Dubito che separarci sia una buona idea. Protesta atterrando sulla spalla di Nerissa. “Andiamo tutti a sinistra. Tu però continua a prendere nota, la tua mappa ci tornerà utile se dovessimo smarrire la via.”

Antico Phobos l`Oni Incendiario annuisce alla risposta di Tristan, quindi cercando di non mostrare troppo interesse commenta: “Concordo....Tu...devo tenerti d’occhio.” quindi indica Tristan con foga: “E tu torna qui!” sussurra severo prima di rimettersi a camminare.

Centurionessa Nerissa vedendo la civetta posata sulla sua spalla le viene voglia di accarezzarla ma si trattiene. “Va bene.” Fa un piccolo segno sulla mappa prima di riporla nella bisaccia ed estrarre poi un’ampolla contenente una speciale pittura, fatta con dei funghi che si illuminano al buio. Fatto qualche passo dentro il tunnel di sinistra, si china a terra e disegna un piccolo cerchio sulla parete del tunnel. “Così dovrebbe andare.” Ripone infine l’ampolla e riprende a camminare dietro suo fratello.

La civetta rotea gli occhi, vagamente scocciata, prima di svolazzare di nuovo verso la testa del gruppo, imboccando il percorso a sinistra. “Per caso avete estorto qualche informazione utile a quel bruto?” Domanda alla ragazza.

Antico Phobos l`Oni Incendiario non li ascolta. Ha fiutato qualcosa di diverso poco più lontano. Si blocca alzando una mano per indicare il possibile pericolo. Fa segno a Tristan di avvicinarsi essendo più silenzioso di loro. Quindi indietreggia passo dopo passo evitando di fare rumori.

Centurionessa Nerissa scuote appena la testa. “No nulla di utile a parte un ve ne pentirete.” Quando vede Phobos bloccarsi, si blocca a sua volta. Appoggia la schiena contro la parete del tunnel ed attende in assoluto silenzio.

Da lontano echeggia il rumore di passi. Passi affrettati, quasi in corsa. Per qualche interminabile istante non sembra succedere nulla, poi i passi si fanno sempre più vicini, sempre più rumorosi. Finchè alla fine non spunta la piccola figura di Vaniglia, da un oscuro tunnel in un nuovo bivio. Quando nota il piccolo gruppo, lancia un urlo. Velocemente si porta una mano a coprire la bocca, quasi scoppia a piangere per il sollievo. “Meno male, siete voi! Siete...qui!”

Tristan avanza per qualche metro svolazzando, fino a quando non compare la Viscontessa. Con evidente perplessità la fissa. “E tu cosa ci fai qui?” Le domanda nonostante la risposta gli sia ovvia. Deve essersi persa. “Beh, oramai sei qui, perciò... Tanto vale che ci segui.” Si volta verso gli altri due. “Per voi va bene? Procediamo?”

Antico Phobos l`Oni Incendiario scuote la testa per il sollievo-disprezzo: “Zitta! Vuoi farci diventare mangime?” tuttavia le concede un momento di silenzio per riprendersi. Infine chiede incuriosito: “Hai visto o sentito qualcosa che potrebbe tornarci utile?”

Centurionessa Nerissa pone la mano sul pugnale fin quando non vede che è Vaniglia. Preoccupata, fa qualche passo verso di lei. “Forse è meglio se ritorni indietro, non vorrei che ti succedesse qualcosa.”

Viscontessa Vaniglia si ferma a riprendere fiato, piegandosi e poggiando le mani sulle ginocchia. Dispiaciuta scuote la testa. “Niente... Lo stavo inseguendo, l’orco che è scappato... Ma era troppo veloce - o io troppo lenta - e ad un certo punto l’ho perso di vista. Ho vagato di galleria in galleria, ma non ho visto nulla se non oscurità... cominciavo a temere di essermi persa per sempre. Avevo paura di non trovare più una via d’uscita.”

L’esploratore osserva Vaniglia dispiaciuto. “Allora è stata una fortuna che ti abbiamo trovata.” Afferma, prendendo a svolazzare lungo il tunnel sinistro, perlustrando la galleria nell’attesa che il gruppetto lo segua. “Mi sembra di sentire delle voci provenire da questo passaggio, e mi sembra di vedere anche una luce.” Avvisa i compagni, mentre torna alle sue sembianze originali e riprende il cammino. “Siate silenziosi, potrebbe essercene uno in agguato.”

Antico Phobos l`Oni Incendiario annuisce e comincia a camminare dietro all’esploratore, nel mentre fa calare la catene silenziosamente dalla tunica.

Centurionessa Nerissa senza staccare la mano dal pugnale, supera di qualche passo Phobos e prende a camminare dietro Tristan.

Viscontessa Vaniglia sorride prima a Nerissa, poi a Tristan. Mormora “Bene, vediamo cosa si nasconde laddietro.” e li segue in silenzio.

I quattro proseguono assieme lungo la galleria, fino ad affacciarsi su una grande sala illuminata da un gran numero di torce appese alle pareti. Una schiera di orchi, in cerchio, confabula grugnendo e sbuffando. Pare discutano di qualcosa. Al centro del salone, l’orco fuggito dalla prigione si prostra davanti ad un altro esemplare della sua razza, grande almeno il doppio. Dal suo aspetto si direbbe che abbia almeno tre secoli. “Allora è deciso...” Tuona la voce dell’orco anziano, evidentemente il capo della tribù. “Mi recherò io stesso al villaggio per parlare con il loro rappresentante. Da sempre i nostri popoli hanno vissuto in pace... Non vedo perché questa pace debba terminare proprio ora per uno stupido battibecco. Ad ogni modo voglio indagare sul motivo per cui dovrebbero spingersi fin qui.” Per un attimo, pare che l’orco guardi nella loro direzione, ma subito sposta il suo sguardo altrove, sui propri ‘figli’. “Fino a nuovo ordine, dunque, vi è vietato avvicinarvi a Rafflingate.” A quelle parole, molti degli orchi presenti nella sala si levano in un coro lamentoso. “SONO STATO CHIARO!?” Si impone il vecchio Orco, alzandosi in piedi. A quell’urlo, l’intera tribù si zittisce. “Bene. Andate pure a riposare, ora.” Con un gesto dell’enorme e rugosa mano, gli orchi vengono congedati.

“Beh, direi che queste informazioni ci bastano.” Sussurra Tristan. “A quanto pare, almeno il loro capo non ha cattive intenzioni. Sembra un bravo... Orco.” Sospira. “Tuttavia mi affretterei a tornare indietro. Tra poco gli orchi si riverseranno nei tunnel.”

Antico Phobos l`Oni Incendiario osserva dal basso l’enorme creatura, per qualche strano motivo non si fida di lui. Pensa che non sia stata troppo una buona idea andare li prima di indagare sul passato delle loro razze ma perlomeno si ritroveranno a parlare con un’orco, si direbbe intelligente e saggio. Nel sentire il disapprovo degli orchi per la proibizione di entrare al villaggio sussulta: “E se fosse che ci stanno spiando? Da chissà che parete o tunnel sotto i nostri piedi!.” Poi, in concordo con le parole di Tristan, si volta e comincia la marcia.

Centurionessa Nerissa dopo aver osservato la scena e aver ascoltato i discorsi dei vari orchi, decide di non esprimere la sua opinione. Riprende il cammino verso l’uscita del tunnel, rimanendo pensierosa per tutto il tragitto.

Viscontessa Vaniglia non dice nulla. Ascolta in silenzio la decisione dell’orco prima, i pareri dei compagni di viaggio poi... e non può che essere d’accordo. In silenzio segue gli altri verso l’uscita, nella speranza che essi conoscano la strada giusta.

Ripercorrendo la strada a ritroso il gruppetto si ritrova di nuovo al villaggio. “Domani mi occuperò di comunicare l’accaduto ai concittadini.” Afferma l’esploratore, avviandosi verso la propria temporanea dimora. “A presto.”

Antico Phobos l`Oni Incendiario porge un saluto a Tristan con un cenno del capo. Per le due ragazze usa la mano rendendosi meno maleducato: “A presto..” afferma scomparendo.

Centurionessa Nerissa fa un cenno di saluto al resto del gruppo prima di avviarsi in direzione della foresta.

Viscontessa Vaniglia segue con lo sgurdo i compagni che si allontanano uno per volta. Troppo stanca e scossa dagli eventi del giorno per riuscire a sostenere il viaggio fino a casa, si accovaccia al riparo di un cespuglio e si addormenta lì, nella foresta.
 
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view post Posted on 23/12/2015, 15:50     +1   -1




Capitolo 9
Una svolta inaspettata



Il giorno seguente andammo a fare rapporto alla folla ansiosa ancora riunita nella Piazza del Mercato in attesa di risposte. Non ci rimase molto tempo per discutere la nuova piega presa dagli eventi, perchè quel giorno stesso venne a farci visita il saggio Capotribù degli Orchi, portando una proposta del tutto inaspettata.



Dopo qualche tempo, Tristan torna presso la piazza del mercato per fornire il resoconto dell’avanscoperta nel tunnel. Si posiziona al centro della piazza per poter spiegare ai cittadini per filo e per segno come sono andate le cose; come il prigioniero sia fuggito, come hanno esplorato il tunnel, e come hanno trovato quella grande sala piena di orchi al centro della quale troneggiava il loro immenso capo che, a discapito dell’aspetto, pare non avere cattive intenzioni. “E quindi...” Conclude. “Il capo degli orchi vuole presentarsi qui di persona per discutere con un nostro rappresentante.”

Viscontessa Vaniglia dopo aver riflettuto attentamente sulla situazione, è arrivata alla conclusione che esiste soltanto un modo per affrontarla. “Spero sia chiaro a tutti che non possiamo permettere a chiunque di partecipare ad un possibile dialogo... Non possiamo assolutamente rischiare di irritare gli Orchi con uscite inappropriate o ostili. Senza alcun dubbio questo compito dovrà essere affidato a qualcuno con grandi capacità diplomatiche, se non vogliamo rischiare una guerra... Qualcuno come Feanor o SajCor, se loro accetteranno.”

Principato Archimonde dice, “Io da buon saggio direi che anche un Illidan sarebbe in grado di tale compito! Io mi metto da parte per la mia facile perdita di pazienza, altrimenti se mi gira una rotella lo ammazzo proprio!”

Castaldo SajCor il Limoncino Candido ascolta i compagni e Tristan. È sorpreso dall’esito dell’esplorazione: si aspettava che gli orchi fossero ostili. “Visti i risultati sono dell’opinione che si, qualcuno dovrebbe parlare un po’ col capo orco. Ideale sarebbe Feanor a parer mio, io ero quello che li avrebbe cacciati ben volentieri! Non capisco se tutti gli orchi la pensano così o se solo il capo, però nulla è da metter da parte; approfittiamo di questa cosa e teniamoci pronti a tutto.”

Titano Aranel tossicchia. “Anche per me, l’ideale sarebbe Feanor, o anche SajCor.” Si rivolge a lui. “Nonostante tu fossi dell’idea di cacciarli, mi pare che tu sia una persona piuttosto diplomatica, faresti al caso nostro secondo me.”

Castaldo SajCor il Limoncino Candido dice, “Hmm.. vedremo. Io direi che anche il nuovo Sindaco potrebbe cavarsela bene!”

Un rumore forte e ritmico rimbomba per la piazza del mercato, facendo vibrare il terreno. Sembra la versione amplificata di un rumore di passi, anche se pare quasi si tratti di una camminata lenta e trascinata; è il frastuono che che preannuncia l’arrivo in piazza del capo degli orchi. Dalle dimensioni esagerate perfino per la sua razza, l’antica creatura avanza imperterrita verso i cittadini. La sua pelle coriacea, che un tempo doveva essere verde, ora ha lo stesso colore di una foglia secca, e i pochi peli che adornano il suo viso deformato sono del tutto ingrigiti. Non vi è dubbio alcuno che quella creatura abbia vissuto già molto più a lungo di un qualsiasi altro esponente della sua razza. Nell’enorme mano destra stringe qualcosa che una persona normale chiamerebbe albero, ma che lui chiama bastone da passeggio. Quella presenza ingombrante, tale da rendere strano il fatto che sia passato dalle porte del villaggio, si accomoda quindi al centro della piazza, sedendosi a gambe incrociate. Non degna nemmeno d’uno sguardo i cittadini che, alla sua vista, sono corsi via a gambe levate; deve esserci abituato. Scruta con i suoi occhi piccoli e vacui i guerrieri, uno a uno, prima di proferire parola. “Innanzitutto domando venia per il mio arrivo improvviso, sebbene sia certo, in qualche modo, che in qualche modo, ne foste già a conoscenza. Ma preferisco non indagare oltre.” La sua voce è tonante e gutturale come quella di un qualsiasi orco, sebbene scandisca molto meglio le parole, parole che un normale orchetto non saprebbe pronunciare mai nella vita. “Preferirei quindi passare dritto al punto della questione, ovvero al motivo della mia comparsa così repentina. L’orco posa il “bastone da passeggio” accanto a sé, in modo che non intralci nessuno. “Desidero colloquiare con il rappresentante del vostro villaggio.”

Sindaco Ysgramor il Guardiano della Luce accorre in tutta fretta nella piazza del mercato, dopo essere stato avvertito da un cittadino. Fissa esterrefatto il presunto capo degli orchi, distinguibile per la sua mole imponente; si avvicina dunque all’orco, cercando di sembrare il più tranquillo possibile. “Salve, voi dovreste essere il capo degli orchi immagino.” Fa un piccolo inchino. “Mi presento, io sono il Sindaco di questo villaggio. Potete chiamarmi Ysgramor. Qual’è il motivo della vostra comparsa, se posso chiedere?”

Viscontessa Vaniglia dal basso della sua statura, osserva meravigliata quell’orco che le pare immenso. Lentamente gli gira intorno, studiandolo da ogni possibile angolazione, senza però avvicinarsi troppo. Ogni tanto borbotta qualcosa e prende appunti. Infine conclude scribacchiando un ‘Sembra amichevole’, che sottolinea varie volte e allontanandosi di qualche passo per non sembrare invadente.

Il grande orco osserva la Viscontessa con altrettanta curiosità, domandandosi cosa scateni in lei tanto interesse nei suoi confronti, prima di posare i piccoli occhi sulla figura del sindaco. “Ho preso coscienza del fatto che, recentemente, uno dei miei ‘figli’ si è spinto fin qui causandovi qualche problema.” China l’enorme capo. “Ne sono profondamente dispiaciuto. Come saprà, signor sindaco, noi ci siamo sempre tenuti ben alla larga da questo villaggio, salvo sporadiche occasioni, in segno di riconoscenza verso uno dei suoi predecessori che ha vissuto in queste terre secoli e secoli fa. Mi sono dunque recato qui di persona per assicurarvi che da parte nostra non c’è alcuna intenzione bellica; non più, perlomeno.” Le labbra secche dell’orco si tendono in un sorriso. “Finché i nostri rispettivi confini verranno rispettati, ordunque, mi aspetto che non ci sia più alcun episodio di futile violenza da entrambe le parti.”

Sindaco Ysgramor il Guardiano della Luce dopo aver ascoltato l’orco, ricambia il sorriso. “Capisco. Avete la mia parola, Rafflingate si impegnerà al fine di preservare la coesistenza pacifica con gli orchi. Non dovete giustificarvi, vostro ehm.. figlio, come voi dite non aveva nessuna cattiva intenzione, però ovviamente i cittadini hanno reagito per difendersi.“

Annuisce, la grande creatura, alle parole del sindaco. “Eccellente. Mi è parso di capire, tuttavia, che da parte di alcuni di voi ci sia un altro tipo di interesse verso i nostri tunnel. Saprete già che vi è una galleria in particolare, collocata nella zona più remota e profonda del nostro territorio, dalla quale noi stessi stiamo alla larga. Sono consapevole del fatto che esistano svariate voci a riguardo, nessuna delle quali mi sento di voler confermare o negare. Ebbene, dato che il nostro, come dire... screzio, è stato provocato dall’intrusione di un orco, mi sento in dovere di rimediare in qualche maniera.” La sua grottesca mano si posa sul ‘bastone da passeggio’, nella quale vi è una piccola fessura. Ne estrae un monile rotondo, sul quale è raffigurato il simbolo della Terra. “Vi conferisco, ordunque, il permesso di accedere alla galleria in questione. Nel qual caso doveste incappare in qualcuno dei miei figli, durante il tragitto, mostrate pure loro questo simbolo e vi lasceranno passare. Avete la mia parola. Ovviamente...” Torna a sorridere. “Sta a voi decidere se soddisfare la vostra fame d’avventura o meno..“

Visconte Illidan L’Asso di Picche ascolta le parole dell’orco da sopra un’albero e pensa di avvertire Phobos e Archimonde riguardo al suo sospetto!

Sindaco Ysgramor il Guardiano della Luce scruta l’oggetto con aria sospetta, poi torna a guardare l’orco. “Ebbene sì, alcuni di noi hanno formato un gruppo d’esplorazione per addentrarsi all’interno di questo tunnel. Si fantasticava di tesori immensi al suo interno. Se non ricordo male, inoltre, un esploratore di nome.. Tristan, ci ha fornito una mappa del tunnel in questione. Comunque, grazie mille, ci sarà infinitamente utile. Grazie di nuovo.”

Principato Archimonde viene aggiornato sui fatti da Illidan! “Humm.....dobbiamo andare a dare un’occhiata in quel tunnel.... vado a prendere Phobos....i tuoi sospetti rischiano di essere fondati!”

Antico Phobos l`Oni Incendiario sbuca accanto a Illidan e fa segno ad Archimonde si non parlare a voce alta: “Questa cosa la risolviamo noi....non abbiamo bisogno di altri tra i piedi. Per ora fingiamo la parte dei buoni esploratori e nessuno sospetterà.” guarda sospettoso l’energumeno.

Visconte Illidan L’Asso di Picche dice, “Humm....penso che dovrremmo avviarci da soli li sotto, siamo abbastanza in gamba per cavarcela da eventuali “grossi” problemi....Poi bisogna anche tenere d’occhio quel Tristan.. Non so perchè, ma non mi fido di lui.....””

Principato Archimonde dice, “Già.....quel Tristan potrebbe metterci contro gli orchi, oppure cercare l’eventuale tesoro che si trova li sotto......è da tenere d’occhio senz’ombra di dubbio...comunque vediamo di muoverci con cautela....non si sa mai!”

Antico Phobos l`Oni Incendiario scuote il capo poco convinto: “Per quanto io lo voglia...sono sicuro che il sindaco non lo permetterebbe....Non mi interessa il tesoro....voglio quel ciondolo...” bisbiglia mentre fissa nella sua testa l’immagine del ciondolo di Tristan: “Io vi aiuterò per l’eventuale tesoro....voi aiutate me contro l’esploratore.”

Principato Archimonde dice, “Humm....i tizi dei gradi alti non devono sapere!”

Antico Phobos l`Oni Incendiario salta poi giù dall’albero e si pone davanti all’orco: “Hey tu, orco....alto e grasso....Dimmi, c’è la possibilità di richiedere un’aiuto da parte della vostra tribù?” gesticola con le mani per girare attorno al punto: “Insomma...se c’è pace c’è anche alleanza giusto?....Vi siete rivelati piuttosto una seccatura stando ai rapporti dello scontro svoltosi settimane or sono non vorrei sembrare scortese....ma sarebbe un problema se alcuni di loro ci seguissero nell’impresa? Una mano in più sarebbe più che gradita.”

Principato Archimonde dice, “Certo una mano in più non farebbe male!”

Viscontessa Vaniglia ha ancora troppa paura di Phobos per rimproverare lui. Così si avvicina si soppiatto ad Archimonde e gli tira una gomitata nel costato, sibilandogli “Pensavo fossimo d’accordo a lasciar parlare a nome di tutti il rappresentante scelto!”

Principato Archimonde si prende un colpo a tradimento nel costato. “Ahii....Vaniglia ma che cavolo fai???” esclama.

L’orco posa la grande man sul mento, grattandolo mentre ascolta le parole del sindaco. “Tristan... è un nome che non mi è nuovo..." Rimugina meditabondo per poi sorridere improvvisamente. “Oh, sì.” Afferma solamente, prima di tirarsi su con uno sforzo, urtando leggermente l’albero che troneggia al centro della piazza. “Non sono più aggraziato come una volta.” Commenta ironica la creatura, voltandosi per tornare a casa, quando il suo tragitto viene intralciato dall’Antico. Lo osserva a lungo con il suo sguardo penetrante, prima di rispondere. “Salute a te, mezzo demone... Basso e gracile...” Raccoglie il bastone da passeggio, usandolo come sostegno. “Come ho già detto, noi tutti ci teniamo alla larga da quella galleria fin dal primo momento in cui giungemmo nel tunnel, facendone la nostra dimora. Non vi è motivazione alcuna che mi spinga a mettere a repentaglio la vita dei miei figli mandandoli in esplorazione con voi, vi fosse là sotto un immenso tesoro o la fonte della giovinezza. La ricchezza è un appannaggio che appartiene alle vostre razze, non alla nostra. Rammenta bene che la pace non coincide con l’alleanza, non in questa...
situazione perlomeno. Quanto all’esploratore, sappiate che indubbiamente v’è da fidarsi più di lui che dalle scimmiette nascoste tra le fronde degli alberi.” Asserisce infine volgendosi verso il sindaco e il resto dei guerrieri. “Vi saluto, dunque. Non vi nascondo certo la mia curiosità nello scoprire cosa si annida in quella galleria, perciò se doveste decidere di addentrarvici vi sarei grato se mi raccontaste cosa avete visto durante la vostra esplorazione. Ora vi saluto, la strada da fare è lunga e tortuosa, e lasciare i miei figli alla loro sorte mentre non sono presente mi crea preoccupazione.” Saluta i presenti con un cenno. “Buona fortuna, cittadini di Rafflingate. “Torna quindi sui suoi passi, scansando gentilmente l’Oni prima di ripercorrere a ritroso la strada per i tunnel.

Antico Phobos l`Oni Incendiario viene sballottato via dal suo semplice gesto ma non si scompone. Resta altezzoso fino a quando l’orco scompare dalla sua vista. Vorrebbe ribattere ma pensa di aver già fatto abbastanza, quindi torna a guardare i cittadini con aria minacciosa fino a che non prende parola: “Ebbene?...Cosa stiamo aspettando a partire? Il terzo gruppo dovrebbe ormai essere pronto da giorni, non vi è motivo per tardare ancora. Propongo un voto a maggioranza...se non vi sta bene...” rilascia una piccola fiammella a scopo intimidatorio: “Io propongo di partire già domani.”

Visconte Illidan L’Asso di Picche esclama, ”Quello mi ha offeso! Altro che scimmiette.....per me partiamo pure ora!” e nel frattempo congela cose a caso!

Principato Archimonde dice, “A chi è che ha dato della scimmia quell’orco?? Un’altra mancanza di rispetto nei nostri confronti e lo ammazzo!”

Sindaco Ysgramor il Guardiano della Luce fulmina con lo sguardo Phobos, Illidan e Archimonde, poi torna a guardare l’orco. “Vi ringrazio nuovamente, addio!” Dice, salutando l’orco. Si avvicina poi ai tre. “Vi ricordo che avete preso un importante impegno, dunque spero che lo portiate a termine.” Si allontana quindi da loro, per andare da Vaniglia. Le porge il ciondolo dell’orco, sapendo che così è in buone mani. “Ecco, lo affido a te. Conservalo con cura.”

Principato Archimonde guarda male Vaniglia! “TUU! Ci devi ancora un gelato alla Vaniglia!!”

Antico Phobos l`Oni Incendiario calma Archimonde posandogli una mano sulla spalla, si avvicina a Vaniglia: “Cara....non è meglio se quella la prende qualcuno di più...ehmm...come dire...capace?” domanda con un’espressione innocente. Le porga una mano aperta: “Dalla a me...ci penserò io a non perderla.”

Viscontessa Vaniglia stringe forte il monile, studiandolo attentamente per un lungo istante. “Ti ringrazio. La tua fiducia è ben riposta.” mormora, alzando lo sguardo per rivolgere un sorriso al Sindaco. Vedendo poi Phobos farsi vicino, indietreggia di un passo, passandosi la catena intorno al collo e infilandosi il ciondolo nella scollatura dell’abito, nascosto alla sua vista. “Mi dispiace deluderti, ma io di te non mi fido affatto. Deciderà la comunità che uso farne.”

Principato Archimonde dice, “Salve, sono la comunità! Dallo pure a me! “ e ridacchia mentre dice ciò.

Antico Phobos l`Oni Incendiario sospira e chiama Archimonde a se: “Andiamo....” si volta rabbioso: “Ma se tu....se tu dovessi morire lasciando quel...coso, in mani altrui...sappi che verrei a cercarti! senza badare al come.”

Viscontessa Vaniglia scuote il capo e si schiarisce la voce. “Ehm... Pensavo di sentire prima l’opinione di persone più ragionevoli. Il resto del gruppo, ad esempio: Aranel, SajCor, Nerissa... e Tristan.”

Principato Archimonde dice, “Perchè, da quando Tristan è ragionevole? Il Limone é sempre ubriaco....boh non so come ragioni guarda! Aranel....sempre sui tetti sta! O del municipio o della torre di magia! “ridacchia.

Viscontessa Vaniglia comincia a stufarsi dell’atteggiamento irrispettoso di Archimonde, ma prende un profondo respiro e si trattiene dal commentare. Invece aspetta l’intervento dei suoi amici.

Antica Aranel oramai è abituata ad ignorare Archimonde, quindi non gli risponde nemmeno. “Per me possiamo andare.”

Tristan osserva la scena, apparso improvvisamente appoggiato con la spalla al grande albero. Riflette attentamente sulle parole di Archimonde. Quando si sarebbe dimostrato irragionevole? Quando li ha aiutati regalandogli la sua mappa? Quando ha salvato i due esploratori dall’attacco degli orchi? E soprattutto, quando ha parlato con Archimonde dandogli modo di reputarlo irragionevole? Alza le spalle scacciando quei pensieri, l’esploratore, prima di proferire parola. “Io sono disposto a partire quando volete.”

Principato Archimonde con indifferenza se ne va! “Cattivi!” esclama e poi scompare senza lasciare traccia.

Madam Nerissa dopo aver osservato la scena, si avvicina al gruppo. “Anche per me possiamo partire subito.”
 
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.•*Vaniglia*•.
view post Posted on 29/12/2015, 21:44     +1   -1




Capitolo 10
L’inizio dell’esplorazione



E fu così che ci mettemmo in cammino, ansiosi di scoprire il segreto della galleria inesplorata; il nostro punto di raccolta, per l'ennesima volta, l'ingresso ai tunnel. Grazie al monile donatoci dal Capotribù, riuscimmo a superare la guardia degli orchi senza particolari intoppi e proseguire, così, velocemente verso le profondità della terra fino a raggiunge l'imbocco della galleria del mistero. Il primo giorno di marcia non ci furono avvenimenti degni di particolare nota.



Tristan giunge all’entrata del tunnel forse con un po’ di ritardo. Una volta giunto sul posto si piega appena sulle ginocchia con il fiatone; ha corso parecchio per arrivare in tempo.

Viscontessa Vaniglia spunta dal sottobosco con un balzo e si affianca a Tristan con un allegro “Buonasera! Pronto per la grande avventura?”. Per adesso sembra aver superato le sue diffidenze nei confronti del giovane esploratore.

Maggiore SajCor il Limoncino Candido raggiunge gli altri compagni. Ha poco con se: arma, armatura, zaino e artefatto. “Ciao a tutti! Sono pronto per andare... manca qualcuno?”

Antica Aranel appare improvvisamente all’entrata del tunnel, con la daga già in mano, pronta per ogni evenienza. “Buonasera.” Saluta i compagni d’avventura, avvicinandosi a loro. “Scusate il ritardo. Ho avuto qualche... faccenda da sbrigare. Sono pronta, comunque.”

Madam Nerissa scende con un balzo dal grande masso e raggiunge i compagni davanti al tunnel. “Buonasera.”

Antico Phobos l`Oni Incendiario scende dallo stesso masso ma si tiene lontano dal gruppo. Si accende due scintille tra le mani e accenna di essere pronto a partire: “Prego...”.

Contadina Arianrhod dopo essersi decisa a seguire Tristan, si inoltra nella foresta e giunge all’ingresso di quella che sembra essere una grotta attirata dalle voci che risuonano sonoramente. Porta con sé solo il grimorio e, mortalmente curiosa, si avvicina ai presenti. Si rivolge a SajCor con un cenno mentre lancia uno sguardo incuriosito ad Aranel e Vaniglia: i loro volti sembrano familiari, eppure non riesce ancora a ricordare nulla. Si inchina ai restandi, pronunciando un semplice. “Buonasare, miladies e milords”

Tristan saluta con un sorriso ed un cenno della testa gli avventurieri, per poi contarli. Osserva stupito l’ultima arrivata, rivolgendole poi un sorriso. “Oh beh, la tua presenza non potrà che esserci d’aiuto, non ne dubito. Si volta verso Vaniglia. Hai ricordato il medaglione? Senza di quello non possiamo accedere al tunnel.” Le ricorda gentilmente, prima di rivolgere la sua attenzione a Phobos. “Siamo fortunati, pare che tu possa fare luce per tutti.” Sghignazza. “Direi di non perdere altro tempo. Andiamo!” detto ciò varca l’ingresso del tunnel mettendosi alla testa del gruppo, aspettando che gli altri lo seguano posizionandosi nell’ordine che preferiscano. Vaniglia ovviamente dovrà rimanere in testa con lui, dato che porta con sé il loro lasciapassare.

Viscontessa Vaniglia si porta una mano al petto e annuisce. Là, sotto al corpetto azzurro del corto, semplice vestito di lino, tiene nascosto il monile donato al Villaggio dal vecchio e saggio capo Tribù. Lo tirerà fuori soltanto quando necessario, ancora non si fida delle buone intenzioni di Alcuni partecipanti all’esplorazione. Con piccoli passetti veloci, raggiunge Tristan e gli si affianca. Timorosa sussurra “Tu sai da che parte andare, vero?”.

Maggiore SajCor il Limoncino Candido prende il suo posto dietro Vaniglia e Tristan. Vorrebbe domandare se preferiscono che stia dietro a coprir le spalle agli altri, ma lascia che siano gli altri a chiederlo per non far pensar loro cose negative. Concentrandosi un’attimo sull’ambiente intorno ringrazia Sgrios per non esser diventato già Titano, le dimensioni non l’avrebbero certo aiutato! Da ogni tanto qualche occhiata dietro per assicurarsi che tutto il gruppo sia al seguito; particolare attenzione la presta per la Arianrhod e Phobos: ultimamente sono un po’ diversi. Alla domanda di Vaniglia rimane in attesa della risposta di Tristan, ma immagina già la risposta: è lui che ha disegnato le mappe o no?

Antica Aranel si aggrega al gruppetto rimanendo al fianco di SajCor, subito dietro Vaniglia, ma solo dopo avere lanciato un’occhiata colma di preoccupazione verso Phobos. Alla contadina, invece, sussurra un “Buonasera, straniera.” leggermente divertita, prima di incamminarsi.

Madam Nerissa attende che il resto del gruppo la superi prima di incamminarsi dietro di loro. Rimane poi qualche passo indietro alla persona davanti a lei ma senza però perdere di vista i compagni.

Antico Phobos l`Oni Incendiario sbuffa alle parole di Tristan: “Tsk...non ci contare troppo...” tuttavia produce una piccola pallina fiammeggiante che lancia nelle sue mani: “È fiamma leggera....non scotta.” lo rassicura come se parlasse ad un ragazzino. Fatto ciò si riporta indietro nel gruppo e fa segno alla contadina di precederlo: “Susu...il compito di chiudi fila è importante e pericoloso.” attende quindi accendendo un’altra scintilla in una mano.

Contadina Arianrhod sussulta alle parole di Aranel, quasi le riportassero qualcosa alla mente. Dopodiché, lancia uno sguardo stizzito a Phobos, esclamando “Ehi, guarda che ho già diciotto anni!” lo intima, gonfiando graziosamente le guance. Zompettando, tuttavia, lo oltrepassa marcando a vista il resto del gruppo. “È così umido qui.. E puzza!” si lamenta, tossendo.

Tristan annuisce, sorridendo a Vaniglia per rassicurarla. “So condurci all’entrata della galleria, ma... Ovviamente non so cosa ci aspetterà all’interno. Ma non pensiamoci, ora.” Trattiene poi una risata alle parole della Contadina. “Sì, non è certo il luogo migliore per una scampagnata.” Si ammutolisce tuttavia quando un orco che con la sua stazza pare possa sbarrare il passaggio a tutti, si presenta davanti a loro. Guarda il gruppetto di avventurieri con un’espressione a metà tra il rabbioso e l’affamato e si china appena in avanti, la creatura, ma non appena i suoi piccoli e vacui occhietti si posano sul medaglione indossato da Vaniglia, si blocca. La bestia non ci pensa due volte prima di farsi da parte, imboccando una galleria secondaria con un sonoro grugnito. L’esploratore tira un luuungo sospiro di sollievo prima di riprendere il cammino. “Pare che il capo tribù sappia tenere a bada i suoi “figli” come si deve. Solo io ho appena perso qualche anno di, ehm, vita?” Chiede agli altri per sdrammatizzare.

Viscontessa Vaniglia ridacchia alle parole di Arianrhod, il cui eco giunge fino in capo al gruppo. Ignara del suo vuoto di memoria, ammicca in direzione della fanciulla mentre le risponde “Si, lo sappiamo.” Alla sua seconda affermazione stringe soltanto le spalle, la puzza non la infastidisce affatto. È il buio che la spaventa. Il sorriso di Tristan sembra davvero rassicurarla un poco, per un istante riesce addirittura a ricambiarlo. Allo spuntare dell’orco, però, il suo primo istinto è quello di girare la testa e cercare con lo sguardo conferma in Aranel. Quando il bestione infine si fa da parte, esala un profondo sospiro di sollievo.

Maggiore SajCor il Limoncino Candido ridacchia per la risposta di Arianrhod a Phobos ed annuisce alla risposta di Tristan. Alla comparsa dell’orco si ferma e si tiene pronto a tirar fuori l’arma. Pur confidando nelle parole del capo orco non è sicuro della fedeltà dei sottoposti, ma sua convinzione viene meno quando l’orco si fa da parte. Rilassandosi un po’ segue Tristan e ride per la sua domanda. “Non credo proprio.. ma questo potrebbe esser solo l’inizio ghgh”

Antica Aranel non appena l’orco si para davanti al gruppo, stringe la mano sull’elsa della daga. Guarda la creatura ad occhi sgranati, ricordandosi della prima volta in cui ne ha affrontato uno. Un forte brivido la scuote, ma si tranquillizza non appena incrocia lo sguardo di Vaniglia. Tuttavia pare che non sia necessario ricorrere alle armi, non ancora almeno... Riprende a camminare con le gambe leggermente tremanti non appena la testa del gruppo procede nuovamente, cercando di nascondere il proprio spavento. “Manca ancora molto?” domanda impaziente. Non sa ancora cosa li aspetta, ma per assurdo preferisce il mistero agli orchi.

Madam Nerissa evoca delle sfere di luce così che i compagni possano vedere nel buio. Da quindi una rapida occhiata a Phobos che è in fondo al gruppo con lei prima di portare lo sguardo sull’orco che è appena apparso, mantenendo la mano sul pugnale. Quando infine l’essere si allontana, lascia cadere la mano sul fianco prima di riprendere il cammino.

Antico Phobos l`Oni Incendiario sospira e alza le spalle. Essendo la luminosità delle sfere di Nerissa maggiore della sua, la spegne lasciando Tristan a mani vuote. Non ride alle parole della contadina. Pertanto, si mette ad annusare del muschio li attorno: “Qualcuno deve pure memorizzarsi la strada di ritorno.” puntualizza inespressivo. Appena vede l’orco, le fiamme gli si accendono tra le mani. Attende qualche secondo giusto per vedere la sua reazione che infatti si mostra positiva. Appena l’orco gira loro le spalle fa per lanciargli contro le fiamme, ma riflettendoci due volte di blocca ed evita azioni sconsiderate. Pone tuttavia improvvisamente una mano sulla spalla di Arianrhod per rallentarla. Tira su col naso una sola volta per bene capendo che si tratta di una contadina la fissa minaccioso e domanda: “Tu....Tu contadina?” silenziosamente per non farsi sentire dal resto del gruppo.

Contadina Arianrhod marcia silenziosamente, al seguito dei compagni, cercando di fissare nella memoria il percorso compiuto in modo da poter eseguire un semplice incantesimo di Localizzazione in caso di necessità. Assorta nei suoi pensieri, viene riportata alla realtà dal grugnito dell’orco e dalla reazione di Tristan. Non può fare a meno di accennare un sorriso alle parole dell’esploratore, storcendo il naso per via dell’aspetto dell’Orco. Non ha mai potuto tollerare quelle creature, deve ammetterlo. Allegramente, esclama continuando a trotterellare “Milord, conosco diverse fatture in grado di procurare verruche e postule estremamente irritanti se necessario...” spiega, ridendo sotto i baffi all’idea di un orco colpito da brufoli. Quindi, viene fermata dal gesto di Phobos, esplicitamente intidatorio. Guarda sfrontatamente l’Oni, replicando impulsiva “ Mi chiamo Arianrhod, Milord..” e tentando, con un gesto il più vigoroso possibile di scacciare via la sua mano dalla propria spalla.

Tristan presta attenzione alle parole dei compagni, nonostante si concentri a condurli lungo la strada giusta. Alla domanda dell’Antica si ferma un attimo, valutando la situazione, prima di riprendere il cammino. “No. A breve dovremmo varcare l’ingresso. Tuttavia una volta arrivati sono dell’idea che dovremmo accamparci per un po’ prima di continuare. Abbiamo bisogno di tutte le energie che abbiamo a disposizione, nemmeno io so in quali pericoli potremmo incombere.” Osserva dispiaciuto la fiammella scomparire dalla sua mano. “Che peccato, era così gradevolmente tiepida.” Sogghigna.

Viscontessa Vaniglia segue allegramente il cammino indicato da Tristan. In compagnia dei suoi amici comincia a sentire nuovamente il solito coraggio, anche se è la curiosità, il sentimento che prevale. Sempre pronta ad annotarsi osservazioni e dettagli sulla formazione dei tunnel, come sui suoi abitanti, tiene ancora a portata di mano pergamena e penna.

Maggiore SajCor il Limoncino Candido all’idea di essere quasi arrivati all’entrata del tunnel misterioso sente un brivido di gioia: ama scoprire cose nuove. Condivide la proposta di Tristan, quindi il suo pensiero va alla birra che ha portato con se in delle fiaschette. “Carissimi.. il vostro sacerdote sa cosa può far bene per rinvigorirsi! Qualcuno ha portato i bicchieri?”

Antica Aranel annuisce a sua volta alla proposta di Tristan, per poi ridacchiare alle parole di SajCor. Immagina già che cosa abbia portato con sé il maggiore. “Per me va bene bere anche a canna.” Sussurra divertita, sarebbe proprio l’ideale in un momento di tensione come quello.

Madam Nerissa rallenta appena il passo per poter dare una gomitata nel fianco a Phobos, senza farsi notare dai compagni. Quando poi sente la proposta del maggiore, ride allegramente. “Mi dispiace, i bicchieri sono una delle cose che mancano nella mia bisaccia!”

Antico Phobos l`Oni Incendiario si becca una gomitata nello stomaco. Esita, permettendo alla contadina di scostarlo da sé. Tuttavia rimane impettito. Si volta seccato: “Contadina...” le da segno di andare avanti mentre le fiammelle si fanno baldanzose tra i suoi palmi.

Contadina Arianrhod inarca un sopracciglio, estremamente infastidita dall’atteggiamento dell’Antico e tentata dall’idea di sorprenderlo alle spalle con uno sgambetto. Altrettanto impettita e in preda a una crisi d’orgoglio, si allontana dall’uomo senza degnarlo di uno sguardo decisa a non dargli soddisfazione: non intende, al momento, mettere a rischio l’armonia del gruppo... senza che la sfiori per un attimo l’idea che l’oni sia troppo forte per le sue possibilità: in fondo, è la nipote della potente strega Danu. Sbuffando, s’avvicina a SajCor commentando soavemente “ Potremmo condividere la fiaschetta: rafforzerà lo spirito di gruppo e concilierà il sonno in vista del riposo notturno.. Sebbene, occorrano delle sentinelle.”

Tristan continua a camminare imperterrito, ridacchiando alle parole dei cittadini. Dopo un lungo cammino, infine, il gruppo giunge dinnanzi all’entrata della famosa galleria. L’arco che costituisce l’entrata è scavato nella roccia in modo particolare, sicuramente non è opera degli orchi. Il centro dell’arco è sormontato dalla scultura di un grosso occhio spalancato, che non fa presagire proprio qualcosa di buono. Il ragazzo osserva a lungo l’arco, sospirando. “Siamo arrivati.” Annuncia, procedendo ancora per qualche metro dopo l’entrata. “Qui saremo al sicuro da un eventuale attacco degli orchi, dovesse mai essercene qualcuno che osi sfidare il capo.” Si siede quindi a terra, sul terreno umido e stranamente caldo, la schiena appoggiata contro la parete rocciosa del tunnel. L’oscurità lì sembra ancora più buia, in un certo senso. “Riposatevi più che potete. Io sarò il primo a fare la guardia.”

Viscontessa Vaniglia davanti a quell’arco così particolare, si ferma un istante e ne disegna uno schizzo su un lato della pergamena piegata. Poi annuisce alle parole di Tristan e si sfila la cappa, che piega accuratamente con lo scopo di usarla come cuscino. Dopo un attimo di incertezza su quale sia il punto migliore in cui posizionarsi, decide di accamparsi proprio accanto all’esploratore e spera che l’amica la raggiunga.

Maggiore SajCor il Limoncino Candido ammira la poco rassicurante opera di mani ignote, ma si convince che sia un semplice occhio “vegliante” per sdrammatizzare leggermente la sensazione avvertita. Prende posto non poco lontano da Tristan e sedutosi estrae dallo zaino alcune delle fiaschette di birra. “Ecco a voi..” Avendone distribuita ai compagni volenterosi di bere, sistema la sua postazione e si sdraia in attesa di prender sonno; aspetterà che tutti si siano coricati. Intanto domanda a Tristan: “Il prossimo sono io, va bene? “

Antica Aranel a sua volta si ferma un attimo davanti l’arco, scrutandone l’occhio per diversi secondi, pensierosa. Dopodiché procede oltrepassandolo e andando a sedersi accanto a Vaniglia. Dopo aver accettato la fiaschetta di birra, che subito si appresta a sorseggiare, appoggia la testa sulla spalla dell’amica. “Ne vuoi un po’?”

Madam Nerissa giunge per ultima dinnanzi all’entrata. Con un sorriso, prende la fiaschetta di birra che il maggiore gli porge prima di portarsi davanti alla scultura dell’occhio. “Dopo Saj farò io il turno.” Pensierosa, osserva i particolari dell’arco prima di riportarsi sull’occhio e viceversa e nel mentre sorseggia la birra.

Antico Phobos l`Oni Incendiario decide si non aggiungersi a loro. Resta in piedi e comincia a fare avanti indietro borbottando qualcosa riguardo a che avrebbe fatto guardia per tutta la notte.

Contadina Arianrhod si adagia, con qualche difficoltà, sulla nuda roccia, osservando inorridita e a un tempo attratta l’ambiente che la circonda. I suoi occhi si soffermano sull’occhio scolpito nell’arco. “Ho sentito parlare di una setta che utilizza un simbolo simile..” pensa a voce alta, mentre si avvicina a SajCor, scivolando sul terreno e accettando volentieri la birra. “Non esitate a svegliarmi in caso di bisogno” afferma, semplicemente.

Viscontessa Vaniglia beve un sorso dalla fiaschetta che Aranel le offre, giusto per bagnarsi le labbra. Gliela rende subito dopo aver bevuto, sussurrando un “Grazie.” Per lunghi istanti osserva i compagni sorridendo e infine, vinta dalla stanchezza, si addormenta così, il ‘cuscino’ tra la schiena e il muro, la testa poggiata contro quella dell’amica.

Antica Aranel sorride notando l’amica addormentarsi. La stringe a sé, accarezzandole la testa mentre continua a guardarsi attorno. Lei non riesce proprio a prendere sonno, quindi in un certo senso si unisce al turno di guardia di Tristan, rimanendo con i nervi tesi per tutto il tempo.

Dio minore Phobos l`Oni Incendiario dopo qualche ora, si stacca dal punto della parete in cui era poggiato e va verso Tristan e Aranel. Tossisce: “Potete andare ora....ci penso io qui.”

Tristan annuisce alle parole dell’Antico e si corica contro la parete alla quale s’era appoggiato, riposando. Tuttavia non si rilassa del tutto, rimanendo ben in ascolto nell’eventualità che qualche nemico si palesi a loro.

Edited by .•*Vaniglia*•. - 29/12/2015, 22:00
 
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.•*Vaniglia*•.
view post Posted on 15/1/2016, 16:39     +1   -1




Capitolo 11
Il Tunnel Misterioso




Dopo una nottata che non dava l’impressione di aver sortito un effetto rilassante su tutti i viaggiatori, cominciò il secondo giorno di marcia. Avendo ormai raggiunto la galleria che stavamo cercando, eravamo ottimisti di scoprire almeno un qualche indizio sulla peculiarità del luogo, qualsiasi cosa che fornisse un senso a tutto quel vagare, inseguendo nient’altro che un mito degli orchi. E non fummo delusi.




Tristan si alza dopo svariate ore, stiracchiandosi pigramente. Non si può dire se abbia dormito o meno, alla fine, ma è passato abbastanza tempo perché tutti i guerrieri potessero recuperare le forze. Durante la loro sosta, fortunatamente, i turni di guardia sono stati rispettati anche se non ce n’è stato bisogno; nessun nemico si è avvicinato a loro. Tuttavia gli avventurieri, senza nessuna esclusione, si saranno sentiti sicuramente osservati da qualcuno ogni tanto. “Svegliatevi, ragazzi. Dobbiamo riprendere il cammino.” Cerca di svegliarli gentilmente.

Marchesa Vaniglia sbadiglia rumorosamente. Non si aspettava di addormentarsi così in fretta e addirittura dormire bene, ma seduta tra Tristan e Aranel si è sentita stranamente protetta. Lentamente si guarda intorno, il sonno l’ha un po’ disorientata, ma non ci mette molto a ricordarsi dove si trova. Barcollando si alza in piedi e porge una mano all’amica, mormorando “Datemi qualche secondo e sono pronta, credo...”.

Barone SajCor il Limoncino Candido finge essersi svegliato in quel momento quando Tristan lo chiama. Si alza e sistema tutte le sue cose nello zaino e le armi, pronto per incamminarsi. Aiuta gli altri a prepararsi e controlla ogni tanto i movimenti di Arianrhod e Phobos. “Pronto a partire!”

Dea minore Aranel afferra la mano di Vaniglia e si tira su, con un piccolo sospiro. “Pronta.” Lei non ha chiuso occhio, dopotutto. Non che ne avesse bisogno in realtà. Versa le ultime gocce della birra di SajCor nella sua bocca, prima di riporre con cura la fiala in una tasca del cinturone. Osserva i compagni stringendo forte la mano di Vaniglia, aspettando che siano pronti. “Anche voi... Vi siete sentiti osservati?”

Madam Nerissa seduta in un angolo in disparte, si alza e si stiracchia le braccia prima di passare lo sguardo sui compagni. “Probabilmente quell’occhio ci ha scrutati per tutta la notte.” Replica sarcastica.

Dio minore Phobos l`Oni Incendiario si alza dal muretto e distoglie lo sguardo da Aranel: “Solo il tuo...potevi anche risparmiarti tutte quelle ore di guardia...mi irrita.” commenta accendendo una palla di fuoco e la porge sopra la testa di Tristan bloccandolo prima che possa toccarla: “Non..toccarla...scotta.” lo avverte serio.

Esploratrice Arianrhod sbadigliando, si ridesta dal torpore, tossendo sonoramente per via dell’umidità del luogo. Sentendo le parole dei compagni, non può che rivolgere uno sguardo all’enorme occhio oltrepassato la sera prima. “Aranel non ha torto. Ho una strana...Sensazione. Ma l’unico modo per scoprire se i nostri sospetti siano fondati è...avanzare.” commenta, lapidaria.

Tristan annuisce alle parole dell’esploratrice. “Concordo.” Nonostante l’avvertimento del Dio Minore, poi, allunga una mano verso la sfera di fuoco, sfiorandola con le dita senza sortirne alcun effetto, apparentemente. “Dunque, proseguiamo.” Attende che Vaniglia sia pronta prima di incamminarsi. “Anche io, comunque, mi sono sentito osservato. E dubito sia solo per effetto della suggestione. Teniamo gli occhi bene aperti.” Man mano che si avanza nella galleria l’ambiente cambia leggermente; le pareti del tunnel sono sempre più piene di buchi. Paiono quasi tane di topi, anche se un po’ troppo grandi.

Marchesa Vaniglia per non lasciare la mano di Aranel, si aggiusta la cappa sulle spalle con una mano sola. Una volta pronta, tallona Tristan. “Vi sembrerà strano, ma io non ho sentito proprio nulla. Dovrei preoccuparmi?” chiede, mentre si avvicina ad una parete per guardare dentro ad una delle fessure. Siccome non possiede una torcia, non vede nient’altro che oscurità. Delusa riprende il cammino, facendo finta di nulla per non fare la figura dell’idiota.
Barone SajCor il Limoncino Candido segue gli altri compagni. Anche lui inizia a notare come la galleria stia cambiando forma, gli pare diversa da quella degli orchi percorsa in precedenza. Si tasta le tasche per assicurarsi di non aver lasciato nulla indietro e ritornando sui suoi passi si impegna nell’offrire una preghiera a Sgrios. “Non ci ho fatto caso” commenta riguardo alla sensazione di essere osservati.

Dea minore Aranel guarda storta Phobos per qualche istante, prima di riprendere il cammino, mano nella mano con l’amica. Di tanto in tanto si sofferma a sua volta cercando di guardare nei tanti fori che ora adornano la parete, senza successo. “Secondo voi cosa sono questi? Tane? Chissà se sono pericolosi...” Sussurra a voce abbastanza alta da farsi sentire da tutti.

Madam Nerissa attende che il gruppo le passi davanti prima di riprendere il suo posto in fondo alla fila. Evoca delle sfere di luce così che i compagni possano vedere e, nel frattempo, osserva lo strano tunnel e le ancora più strane buche che vi sono alle pareti. “Chissà quali creature si annidano al loro interno. “

Dio minore Phobos l`Oni Incendiario scatta indietro per portarsi al fianco di Nerissa. Controlla bene che gli altri non si voltino e le sussurra ad un’orecchio: “Non di certo di orchi..” mormora indicando i buchi: “Potrebbero essere tane di qualche altra specie....oppure incavature di una strana creatura...” si zittisce e ritorna dritto mentre aumenta la densità delle fiamme nella sua sfera.

“O forse topi obesi” conclude Esploratrice Arianrhod. Si sporge verso una delle fessure cercando di carpire qualcosa. Vorrebbe proseguire il cammino, ma qualcosa le dice che la chiave del mistero sia in una di quelle tane. “ E se provassimo a sfondarne una? Giusto per assicurarci che.. nessuno” rimarca in special modo quest’ultima parola “Possa sorprenderci alle spalle. Se ci fossero.. dei malintenzionati... Vorrei essere io ad avere un vantaggio...” continua interrompendo la frase. Forse è stata troppo temeraria.

Tristan sopprime una risata alle parole dell’esploratrice, prima di riflettere sulla sua proposta. “Non saprei... Qualcosa mi dice che non è proprio una buona idea.” Proprio in quel momento, l’esploratore si ferma. “Avete sentito?” Domanda al resto del gruppo. Nel silenzio, si può udire distintamente un rumore. Sembrano tanti, piccoli, passi. D’istinto, l’esploratore abbassa gli occhi. Le piccole sfere di luce insieme all’incantesimo di Phobos illuminano una miriade spropositata di creaturine che sembrano essere deigrossi ragni. Ciò che li contraddistingue da tali creature, è il fatto che invece di avere otto occhi ne hanno solo uno, enorme, sul dorso. Le creature sfilano rapidamente tra le gambe dei guerrieri, prima di arrampicarsi sulle pareti ed entrare nei buchi, le loro piccole tane. I loro grandi occhi, tutti di un colore diverso, si soffermano sui guerrieri come a studiarli brevemente prima di sparire. “Penso... Non sembrano ostili.” Mormora Tristan, evidentemente spaesato, prima di riprendere a camminare cauto, cercando di non calpestarne neanche uno. Non si sa mai.

Marchesa Vaniglia preoccupata dalla domanda dell’esploratore, si ferma a sua volta, girando la testa verso quel rumore sospetto. Vedendo poi spuntare le piccole creature, il suo primo istinto è quello di stringersi contro Aranel. “Ma cosa diavolo...?” sussurra mentre segue con lo sguardo il percorso dei tanti occhi. Infine, vinta dalla curiosità, si piega in ginocchio e cerca di fermarne uno per studiarlo da vicino.

Barone SajCor il Limoncino Candido arresta la il suo passo al segnale di Tristan. Con sgomento realizza il motivo di tale allarme; rimane come pietrificato: fra tutte le creature i ragni di grosse dimensioni gli fanno decisamente ribrezzo! Preferirebbe non esser costretto a toccarli e sporcare la sua arma, quindi resta sul posto cercando di capire le intenzioni di quei cosi. Li scruta con gli occhi spalancati finchè non sono rintanati, poi si affretta a seguire Tristan. “Se i ragni son così.. chissà le altre bestie!” Esclama emozionato dall’idea di vedere creature con occhi enormi, che non siano ragni.

Dea minore Aranel sussulta a sua volta per l’apparizione improvvisa di quei... Ragni? Tuttavia il loro aspetto non le fa proprio ribrezzo. “Che... Carini...” sussurra arrossendo, chinandosi nel tentativo di toccarne uno con la punta delle dita. A metà movimento però si blocca, pensando che forse sia meglio lasciarli perdere. “Non sembrano avere cattive intenzioni... penso che possiamo andare avanti tranquillamente.” Sussurra ancora osservando divertita l’amica.

Madam Nerissa alle parole di Tristan si ferma e osserva i ragni, incuriosita dal loro bizzarro aspetto. Li segue con lo sguardo, studiandone ogni particolare, finché non scompaiono nelle loro tane. “Chissà se nei dintorni c’è anche la loro madre..” Dice tra sé e sé.

Dio minore Phobos l`Oni Incendiario mentre cammina continua a guardare tra i buchi delle tane non badando ai commenti di Tristan. Un improvviso rumore lo turna e guarda per terra, osservando con disgusto dei mostriciattoli finiti sotto ai suoi piedi: “Che schifo...” alza lo sguardo per incrociarlo con quello degli altri: “Scusate...non bado a chi mi sta sotto ai piedi.” conclude pestando ancora una volta qualcuna di quelle “cose”.

Esploratrice Arianrhod un brivido le corre lungo la schiena quando il brusio delle creaturine le giunge alle orecchie. Ma quando queste appaiono non può che trattenere un gridolino di gioia. Di corsa, va incontro allo sciame. “Sono adorabili!” esclama, lanciando uno sguardo d’intesa ad Aranel. “Se usciremo mai da questo tunnel, vorrei adottarne uno” scherza. “Ma l’uscita è ancora lontana, immagino.” commenta, affranta, avanzando verso Tristan e Vaniglia alla testa del gruppo.

Annuisce, l’esploratore, alle parole di Arianrhod. “Temo di sì.” Sospira, continuando ad avanzare. I “ragni” che camminano tra le gambe di Phobos squittiscono, agitandosi e rintanandosi il più velocemente possibile nei fori. Uno di loro però è particolarmente temerario; prima di nascondersi, si aggrappa alla gamba destra dell’Oni. Il suo occhio si illumina per qualche secondo di una luce arancione, e una piccola scossa avvolge il corpo del ragazzo, paralizzandogli la gamba. Prima che questo possa reagire, la creatura pensa bene di salvare “la pelle” infilandosi nella fessura più vicina. Nel frattempo, il gruppetto è giunto ad un bivio; L’esploratore si ferma, osservando la scia di ragni che proviene dal sentiero a destra. Nel contempo, nota che la fiamma dell’Oni si muove in quella direzione. Intuisce quindi che la strada sinistra porta fuori, mentre la seconda, presumibilmente, dovrebbe portare al punto dal quale arrivano le creaturine. Si volta quindi, Tristan, per interpellare i compagni. “Che strada prendiamo?”

Marchesa Vaniglia non ancora riuscita nel suo intento di catturare una di quelle bestioline, viene distratta dal piccolo cono di luce arancio e decide di lasciare perdere. Rialzandosi afferra la pergamena e la penna che aveva rimesso in tasca e ci aggiunge uno schizzo dei ragni e delle loro... tane? Poi stringe nuovamente la mano dell’amica e raggiunge con lei il bivio. “Non saprei, di queste cose proprio non mi intendo... credo che mi adeguerò alla decisione della maggioranza.” afferma dopo qualche istante di riflessione.

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Barone SajCor il Limoncino Candido risponde, “Le tane di quei cosi sono lì nei buchi e loro stanno tornando nelle casette. Potrebbe significare che in quella direzione abbiano finito di fare quello che dovevano fare? O sono scappati da qualcosa? Io opterei per prendere proprio questa strada, sembrerebbe meno pericolosa visto che ci vanno persino loro che sembrano aver. Timore di noi. O quasi...” dice notando Phobos. “Ehm.. Tutto bene tu?” poi aggiunge, “Almeno se vogliamo rischiare poco possiamo andare di la. Altrimenti sinitra!”

Dea minore Aranel sente uno sfrigolio. Si gira verso Phobos, ma non vedendo nulla di anomalo riporta l’attenzione alla testa del gruppo. “Io... Credo che dovremmo andare a destra.” Sussurra. “è un presentimento...” E poi Indica la fiamma di Phobos. “Soffia verso destra... Vuol dire che da sinistra giunge una corrente d’aria. Quindi quella strada porterebbe fuori, ma noi non dobbiamo andare fuori, dobbiamo arrivare in fondo alla galleria... Credo.”

Madam Nerissa vedi il ragno emettere un bagliore arancione ma non fa in tempo a toglierlo dalla gamba di Phobos. Preoccupata, si avvicina a lui. “Stai bene?” Mormora prima di portare lo sguardo sul bivio. “Credo che dovremmo prendere la strada dei ragni. Molto probabilmente ci condurrà a qualcosa di interessante.”

Dio minore Phobos l`Oni Incendiario rimane bloccato di scatto e si aggrappa a Nerissa per rimanere in piedi: “S...sto bene grazie.risponde ad entrambi mentre riprende piano a camminare cercando sostegno sulla spalla della sorella: “Stupido animaletto...stupido!” ringhia contro il buco in cui è entrato: “Fate quello che volete...” si lamenta alla fine scuotendo la testa.

Esploratrice Arianrhod si pone al centro del bivio, soppesando le motivazioni dei compagni d’avventura. Le creature, forse, non sono così innocue come in apparenza. Posa lo sguardo prima a sinistra, poi a destra, scuotendo la testa, indecisa. Silenziosa, estra un piccolo pendolo in quarzo nero: avvolge la catinella d’argento che tiene sospeso il ciondolo all’indice e lascia girare vorticosamente la gemma, che subito prende a oscillare più verso destra. “A destra.” Si volta verso i presenti spiegando “È un trucchetto che mi ha insegnato la nonna.

Tristan osserva uno per uno i compagni, soffermandosi più a lungo su Arianrhod e Phobos, che vede in difficoltà. Decide tuttavia di non dire nulla, per non infierire. Pare un tipo piuttosto orgoglioso. “Bene, direi che si va a destra.” Sorride al gruppo, cercando di incoraggiarli il più possibile come se avesse una vaga idea di ciò che aspetta loro. “Vedrete che andrà tutto bene, ragazzi.” Sussurra per poi imboccare la galleria a destra. Nonostante l’atteggiamento positivo che ha cercato di trasmettere al gruppo, si incupisce leggermente man mano che vanno avanti, sempre più teso. Man mano che proseguono, la galleria si allarga sempre di più, così come aumenta il numero di tane sulle pareti. I “ragni” che popolano quella parte della galleria rimangono ancorati al soffitto e alle pareti, senza muoversi; solo il loro occhio segue i movimenti degli esploratori.

Marchesa Vaniglia annuisce brevemente prima di seguire Tristan nella galleria di destra. Curiosa studia ogni dettaglio di quel tunnel dall’aspetto curioso, pieno di bestioline completamente immobili. “Chissà se ha sempre avuto questo aspetto...” mormora tra se mentre il gruppo avanza.

Barone SajCor il Limoncino Candido prosegue insieme agli altri, continuando a guardarsi intorno. “E le ragnatele?” domanda all’improvviso.

Dea minore Aranel ridacchia alle parole di SajCor. “In effetti anche io mi sarei aspettata delle ragnatele.” Notando la maggior affluenza di ragni comincia a preoccuparsi, stringendo più forte la mano di Vaniglia come a cercare conforto. “Forse Ne...N aveva ragione. Forse troveremo la loro...” Deglutisce. “Madre.”

Madam Nerissa pone il braccio attorno al fianco del fratello in modo da poterlo sostenere con più facilità. Man mano che prosegue, nota come il tunnel cambia e come i ragni aumentino nell’avanzare. “State attenti.” Sussurra al gruppo senza calare l’attenzione su ogni singolo movimento o rumore attorno a sé.

Dio minore Phobos l`Oni Incendiario accende tra le sue mani due scintille danzanti e pian piano si rialza: “Grazie Am...Nerissa.” si corregge e si porta davanti spostando gli altri: “Lasciate a noi il compito di guidare il gruppo ora.” si volta verso SajCor e Aranel: “Parlo con voi.” spiega chiamandoli a se: “Da ora la cosa di fa seria...potrebbe diventare pericoloso.”

Esploratrice Arianrhod inarca un sopracciglio davanti allo spettacolo che le si apre davanti. “Saranno in tanti, saranno urticanti.. Ma sono pur sempre degli strani ragnetti..” riflette ad alta voce, quasi ignorando le preoccupazioni degli altri. “Avranno un punto debole. Chiunque ce l’ha.” Si ferma davanti a una delle tane, staccando un pezzo della roccia che la compone, per annusarla e tastarne la consistenza, sperando così di capire qualcosa in più sulle strane bestie.

L’esploratore procede grattandosi il mento, pensoso. “Effettivamente ci si aspetterebbe qualche ragnatela. Forse di simile ai ragni hanno solo l’aspetto.” Ipotizza, stringendosi nelle spalle, prima di scansarsi lasciando passare il Dio minore. “Oh, accomodati. Ma non inciampare.” Sussurra ironico. Nel frattempo man mano che il gruppo procede, una specie di basso e forte ronzio si disperde ritmicamente all’interno della grotta. A giudicare da come viene scandito, somiglia quasi al respiro di una belva addormentata.

Marchesa Vaniglia si fa da parte a sua volta. Se Phobos sta in testa al gruppo, almeno lo si puó tenere d´occhio meglio. “O magari le ragnatele stanno nelle... tane?” riflette ad alta voce.

Conte SajCor il Limoncino Candido prova a ragionare, “E cosa potrebbero essere se non ragni..ehm... mutati!” Prosegue dietro Tristan e trova più rassicurante avere Phobos davanti. “Sono solo io o anche voi sentite questo brusio? È come...” non riessce ad indentificarlo, forse per via di tutti quei ragni. mah.

Dea Aranel lascia passare l’oni, ma lo spintona appena con una spalla al suo passaggio, contrariata al suo atteggiamento. Tuttavia rimane in silenzio per via del brusio che risuona ora lungo la galleria, ritmico. “Ho un brutto presentimento... Non ho mai sentito un suono simile.” Sussurra tesa.

Madam Nerissa non riesce a trattenere il fratello dal procedere in avanti. Fa quindi per dirgli qualcosa quando sente il ronzio. Percependo un che di strano nella galleria, estrae le due scimitarre dai rispettivi foderi posti sulla schiena. “Cerchiamo di non fare troppo rumore.” Mormora al gruppo.

Dio minore Phobos l`Oni Incendiario, superati tutti, si mette a camminare a marcia rapida senza far caso alle parole di Tristan. Come nota la preoccupazione degli altri rallenta il passo e domanda turbato: “Che succede? Sono spiacente, non possiedo un buon udito, e il mio fiuto non mi dice niente.” abbassa l’intensità della sfera di fiamma e si volta attendendo una risposta pronta.

Esploratrice Arianrhod si accoda agli altri, incespicando fra le buche delle Tane scavate dalle bestiole. “Si direbbe... un respiro?” chiede dubbiosa.

Tristan si ferma per qualche secondo, perplesso e teso quanto i compagni. Rivolge loro un’occhiata prima di avanzare ancora di qualche passo. “C’è un po’ di luce, là.” Indica con la mano un punto nel buio in cui in effetti sembra esserci più luce. Lì, il tunnel sbocca in una grande sala a cupola scavata nel terreno.
 
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.•*Vaniglia*•.
view post Posted on 15/1/2016, 23:14     +1   -1




Capitolo 12
Il Guardiano della Galleria




Le aspettative del gruppo sono state ripagate; le pareti di quella stanza sono piene zeppe di ragnatele dall’aria vecchia e consunta. Vi sono inoltre diversi bozzoli, alcuni pendono direttamente dal soffitto.
L’attenzione dell’esploratore ricade prima sui suddetti bozzoli, in secondo luogo all’enorme scrigno (alto quasi quanto una persona) posto sull’altro lato della stanza e infine sul ragno delle dimensioni di un drago antico che riposa su di esso. Come intuito dall’esploratrice, il ronzio non è altro che il suo respiro durante il sonno, che però adesso si è arrestato. Il guardiano osserva con uno degli otto grandi occhi il gruppo di avventurieri, alzandosi sulle lunghe e squamose zampe. “Chi siete, voi?” Mentre parla, le enormi zanne sporche di sangue della bestia cozzano tra di loro, producendo un rumore particolarmente inquietante. La luce che proviene da alcuni fori del soffitto illumina interamente il corpo della bestia, mostrando chiaramente che gli altri sette occhi sono chiusi. Tra l’altro, in uno di questi vi è conficcata una lunga spada.

Marchesa Vaniglia rimane a bocca aperta alla vista di quel luogo inquietante, pur continuando a studiare ogni dettaglio di ció che la circonda. Quando nota la bestia gigante, peró, inizia a tremare. Non é ancora sicuro che costituisca una minaccia, ma la combinazione caverna, ragni parlanti e sangue la preoccupa molto. Nonostante tutto cerca di apparire coraggiosa: ferma, le spalle dritte e un´espressione neutra in volto. L´unica cosa che non le riesce é parlare, perció tace e aspetta che sia qualcun altro a dare una risposta.

Conte SajCor il Limoncino Candido una volta nella grande sala riconosce le ragnatele e si da del genio per averle nominate, poi i suoi occhi cadono sull’aracnide; con il medesimo disgusto provato per i ragnetti guarda la bestia e, al contrario di prima, si da dello stupido per non essersi immaginato questa evenienza. Osserva con attenzione le particolarità del ragno: nota gli occhi, le zampacce e la spada conficcata in uno dei sette occhi chiusi. Alla domanda del ragno rimane sopreso: non si aspettava parlasse! Cerca lo sguardo dei suoi compagni e pensa di dover fare qualcosa, rispondere nel modo meno rischioso. Fra tutte le opzioni infine preferisce raccontare la verità alla bestia. “Siamo venuti qua perchè ci han parlato di quello” e indica lo scrigno. “Vorremmo sapere cosa contiene e perchè questo posto è così temuto, direi per la vostra maestosità!”

Dea Aranel ha una reazione più o meno simile a quella dei compagni non appena irrompono nella stanza e davanti a loro si presenta il guardiano del tesoro. Sgrana gli occhi e rabbrividisce; non è per nulla carino quanto i piccoletti di prima. Il suo sguardo si sofferma sull’occhio ferito della bestia. Superato il primo momento di shock, lascia la mano di Vaniglia per passarle davanti, portando prontamente una mano alla daga. Ascolta le parole di SajCor e annuisce, non sapendo cos’altro aggiungere.

Madam Nerissa giunta per ultima dentro la grande sala, posa immediatamente lo sguardo sul ragno simile ad un drago posto davanti a loro. Lo guarda con aria stupita, non avendo mai visto nulla di simile nei suoi viaggi ne sui libri che ha studiato. Pone infine lo sguardo su SajCor, ascoltando ciò che dice alla bestia e sperando che nessuno sia così avventato da disturbare l’essere prima che possa rispondere.

Dio minore Phobos l`Oni Incendiario entrato nella grande sala percepisce subito un nuovo odore. Volge lo sguardo su quella bestia illuminata e spegne la sua sfera non essendo più di alcun aiuto. Dopodiche percepisce altri odori provenienti dal soffitto che si appresta ad studiare in contemporanea con i bozzoli. Da sotto la maschera fa una smorfia schifata e riprende a fissare l’orrenda creatura. Prende per il colletto Tristan ma lo lascia subito andare avendo preso SajCor l’incarico che aveva intenzione di affibbiare all’esploratore. Ascolta con dovuta pazienza la breve introduzione di SajCor e lo maledice dal dentro per la troppa sincerità. Quando nota infine la mano di Aranel pronta a scattare le lancia un’occhiata di disapprovo e le sussurra: “Non facciamoci vedere minacciosi.” poi torna a guardare le bestia e si augura che non sia affamata.

Esploratrice Arianrhod penetra nella grande sala, inorridendo alla vista delle ragnatele: “chissà quanti cadaveri dentro quei bozzoli...” Si dice mentre ascolta i commenti dei suoi compagni, provando ad elaborare una situazione. ”Quella spada.. non deve trovarsi lì per caso.” si lascia sfuggire.

Il grande occhio della bestia indugia a lungo su ogni singolo avventuriero, fermandosi infine su Tristan. “Credo che possiate immaginare che fine facciano i curiosi o i temerari che si addentrano in questa galleria.” Una delle otto zampe del ragno pesta a terra con forza, facendo tremare l’intera galleria. Il passaggio alle spalle dei guerrieri pare sparito per magia. Inutile dire che nessuno è mai tornato indietro per raccontare ciò che ha visto. Lentamente le zampe della creatura si sgranchiscono. “La donna che indossava un monile come quello è stata l’unica avventuriera in grado di ferirmi.” Aggiunge riferendosi all’esploratore. “Ed è stata anche la più saporita.” I denti della creatura ticchettano, in una sorta di risata.
A quelle parole l’esploratore si incupisce, lanciando al nemico uno sguardo che uccide. “Amici... Sussurra. Non avrei mai voluto trascinarvi in un’impresa simile.” Confessa, mentre il ragno sembra prepararsi all’attacco. L’esploratore invece avanza deciso, portando una mano al ciondolo donatogli tempo addietro dalla sua compagna di avventure. “Farò il possibile per proteggervi.” In quel momento, l’occhio del ragno si illumina. Spalanca le fauci, soffiando sugli avventurieri un alito infuocato. La trasformazione di Tristan è provvidenziale. La fiammata del ragno viene fermata dalle ampie ali della viverna che ora si frappone tra il guardiano e il gruppetto.

Marchesa Vaniglia ormai non riesce piú a nascondere il tremore, che diventa sempre piú evidente. Perplessa passa lo sguardo dal mostro, a Tristan e viceversa. Pian piano si convince che non esiste alternativa se non combatterlo ed estrae la sua spada con un movimento veloce. Non l´ha mai usata prima contro una creatura del genere, perció non parte subito all´attacco. Prima le serve una strategia... cosí, quando Tristan si posiziona tra loro e la creatura, ne approfitta per studiarla piú attentamente.

Conte SajCor il Limoncino Candido ascolta con attenzione le parole della creatura, deluso di non aver concluso nulla. Quando infine realizza che il gruppo è in trappola porta la mano destra sull’arma e la sinistra sull’artefatto (un boccale). Quando Tristan si pone fra la bestia e gli altri urla, “Tristan!” Invoca Sgrios e incita gli altri a tenersi pronti per attaccare, “Coraggio, che nessuno di noi muoia! Per RafflinGate! Vaniglia, disegna questo ragno! Sopravvivi!” Sente il potere di Sgrios al suo fianco ed è quindi pronto ad attaccare.

Dea Aranel chiude gli occhi, è successo tutto troppo in fretta. Quando li riapre, si ritrova davanti a sé una viverna. Ci mette poco a capire che si tratta di Tristan. Oltre le ali della creatura scorge le fiamme del ragno che continuano a divampare, ma non può starsene con le mani in mano. “Credo che sia meglio dividerci.” Lancia una lunga occhiata a Vaniglia, titubante, ma alla fine decide che è meglio agire. Scatta di lato cominciando a percorrere di corsa la circonferenza della sala, in modo da aggirare l’avversario. A metà strada, allunga la mano aperta verso il ragno scagliandogli contro un fulmine, mirando all’occhio. La luce di prima l’ha portata a pensare che si tratti della fonte della sua magia.

Madam Nerissa approfittando di Tristan che blocca le fiamme del ragno, scatta velocemente verso il fratello e gli mormora qualcosa all’orecchio, venendo però interrotta dal gesto di Aranel. La osserva cercando di capire le sue intenzioni prima intuire il suo piano. Sperando che funzioni, evoca anche lei un fulmine mirando all’occhio che l’essere tiene aperto.

Dio minore Phobos l`Oni Incendiario lascia che il ragno esprima la sua trampignando seccato. Quando poi vede la situazione scaldarsi si accende due fiammoni tra le mani. Quest’ultimi si rivelano inutili appena tristan si pone in mezzo per proteggerli. Alla vista del potere del suo medaglione lascia uscire una fragorosa risata e rimane a bocca aperta sbavando appena. Ascolta di sfuggita le parole di Nerissa, tuttavia, senza aspettare alcun segnale scatta in aria posandosi su uno dei bozzoli. Non sa ancora da che parte stare: Se con il gruppo contenente anche la sorella e l’alleata o con il ragno a scopo di prendere il medaglione a Tristan. Comincia quindi con il lanciare due vampate, una contro l’esploratore e l’altra contro il ragno. Dopodiche si leva la tunica con un forte strappo e la lascia cadere, mostrando il corpo completamente coperto dai tatuaggi ora illuminati di rosso: “Non sono mai stato così vivo!” urla osservando le vampate precipitare mentre la cresta si fa alta sulla maschera.

Esploratrice Arianrhod non da troppo peso alle minacce dell’Aracnide: in fondo, tutti i cattivi sono dei gran chiaccheroni... Difetto che potrebbe giocare a loro favore. “Lord SajCor non ho nessuna intenzione di morire nana e sporca di fango...” sibila, sarcastica, stringendosi ai compagni. Non può evocare fiamme o turbini acquatici, ma la mossa di Nerissa le da un’idea. Evoca un drappello di scheletri, ordinandogli di tentare a confondere la bestia -magari ingarbugliando le molteplici zampacce- così da stordirla ulteriormente.

Il ragno, vedendosi arrivare addosso tre attacchi in contemporanea, chiude l’occhio. Le fiamm scompaiono all’improvviso, mentre se ne apre un altro, che si illumina per un istante come la prima volta. Una barriera avvolge il corpo del nemico, proteggendolo da ogni attacco.
L’esploratore torna alla sua forma originaria, schivando così seppur involontariamente la vampata di Phobos. Senza curarsene troppo, lancia un’occhiata ai compagni per studiare le loro mosse. Una volta sgominato il pericolo, anche il secondo occhio del ragno si chiude, e si apre il terzo. Da questo parte una saetta arancione mirata a Tristan. Tuttavia, grazie al diversivo dell’esploratrice, il ragno incespica appena sulle lunghe zampe e il lampo manca di poco l’esploratore, colpendo invece Vaniglia, paralizzandola. L’imprecazione di Tristan rimbomba per la grande sala. Quest’ultimo assume nuovamente una forma alata, stavolta un po’ meno ingombrante: quella di un grifone. Spicca il volo, volteggiando attorno alla bestia per distrarla.

Conte SajCor il Limoncino Candido non si aspettava una reazione così ingegnosa da parte del ragno. Intuisce la funzione degli occhi e ragiona ad alta voce per farsi sentire, “Ogni occhio è un potere magico! Il primo produce fuoco, il secondo una barriera e il terzo un fulmine! Dobbiamo neutralizzarli!” batte il boccalle sul terreno e poco distanti compaiono dei golem di pietra. I tre golem lanciano pietre contro il ragno. “L’acqua può neutralizzare le fiamme!” Corre in modo circolare per evitare di esser colpito dalle zampe della bestia e da eventuali nuove magie.

Dea Aranel ascolta le parole di SajCor, ma ad un certo punto queste le paiono tremendamente lontane. Ogni fibra del suo corpo è improvvisamente concentrata su Vaniglia, che ha visto cadere a terra dopo essere stata colpita dalla saetta. Per un lungo istante rimane paralizzata, come se l’incantesimo avesse colpito anche lei. Il tonfo del boccale di SajCor la riporta però alla cruda e dura realtà. Velocemente cerca di escogitare qualcosa, tornando con la mente alla volta in cui insieme ad altri guerrieri ha affrontato l’orco, in piazza. Sembrava un avversario invincibile ma unendo le forze hanno vinto. Si piega improvvisamente sulle ginocchia e batte entrambe le mani a terra, con forza, concentrando il mana per evocare un incantesimo semplice ma che anche la scorsa volta si è rivelato essenziale. Il terreno sotto le gambe del nemico, quindi, comincia a congelarsi diventando una superficie scivolosa. Subito dopo si precipita a soccorrere l’amica.

Madam Nerissa osserva i compagni per studiare le loro strategie. Alla fine decide di sfruttare il terreno congelato di Aranel e il grifone per correre intorno al mostro fino a quando non trova un ottimo appiglio per saltargli in groppa. Dopo aver evitato un pietra lanciata dai golem di SajCor, corre sopra la schiena dell’essere cercando di colpire, anche minimamente, quanti più occhi possibili con le proprie scimitarre.

Dio minore Phobos l`Oni Incendiario è irritato nel vedere che Tristan non lo degna di un singolo sguardo. Talmente irritato che perde la ragione e scende dal bozzolo. Si pone davanti al ragno dando lui le spalle e senza pensare troppo a quel che potrebbe fargli, provvede a lanciare una vampata contro le roccie di Saj per spezzarle con le alte temperature. Preme una mano al terreno, cominciando a sciogliere anche il ghiaccio. Si volta infine verso l’animale ancora impegnato con Nerissa e ringhia: “Ora mi prendo quel medaglione....poi tu porti me e altri da me decisi fuori di qui.” Sembra non temere tutti i pericoli che sta correndo al momento.

Esploratrice Arianrhod è sbalordita dal comportamento di Phobos: nessuno avrebbe mai osato al castello mettere la sua vita in pericolo. Infuriata, pensa alla cara nonna, chiedendosi cosa essa avrebbe fatto al suo posto. “Individuerebbe il punto debole dell’animale.. “ pensa tra sé, mentre Nerissa le sfreccia accanto sul grifone. Si volta verso Vaniglia più per curiosità che per altro: è perfettamente consapevole che la presenza di Aranel rende superfluo chiunque altro. Un’idea le balena in testa. “Sarai pure di ragguardevoli dimensioni, amico” scansa Sajcor, avanzando verso la bestia. “Ma il tuo corpo resta pur sempre quello di un ragno: e, si sa, il corpo di un ragno è debole... sull’addome” precisa, rivolta a Tristan e ai compagni. Decide di lanciarsi in un incantesimo più complesso, forte di poter trarre energia magica dai compagni di sventura. Si ferma di fronte all’aracnide, senza mostrare alcun timore, nonostante il respiro pestilenziale di questa le dia a dir poco la nausea. Con il piede accenna il cerchio magico per poi, una volta lasciate confluire le energie nel suo corpo, intrecciare le mani simulando lo sbattere d’ali d’un volatile. L’ombra generata sul pavimento - le fiamme di Phobos si rivelano provvidenziali in questo caso - d’un tratto prende vita, materializzandosi in un pipistrello, e in un altro ancora e via dicendo. Un piccolo sciame di pipistrelli si introduce o almeno ci prova nella bocca del ragno, provando a destabilizzarlo dall’interno così da favorire ripidi movimenti in grado di farlo cadere supino e indifeso.

Per un istante la situazione pare sfuggire al grande ragno, che però non si dà per vinto tanto facilmente. Il suo sguardo si sofferma innanzitutto sul Dio minore, che gli da le spalle. Infastidito da questo suo comportamento, lo colpisce con un veloce e possente colpo dell’arto destro anteriore, scaraventandolo con forza contro la parete rocciosa. Batte poi la stessa zampa per terra con lo scopo di provocare una frana e seppellire vivo l’Oni, o almeno ci prova; una chiazza di ghiaccio rimasta intatta per puro caso lo fa scivolare, così il colpo va a vuoto. La creatura comincia ad innervosirsi. Posa lo sguardo sull’artefice di quell’incantesimo, pronto per paralizzare anche lei, quando la sua vista si annebbia. La scimitarra della Madam ha messo fuori uso il suo occhio paralizzante. Digrignando le zampe per il dolore, la creatura apre un altro occhio con il quale emana un’aura luminosa color indaco, accecando la ragazza, che afferra avvolgendole attorno una delle lunghe zampe. Indeciso se stritolarla o meno, nel frattempo viene colpito da un masso che lo fa vacillare. Opta quindi per scagliare con violenza Nerissa contro il Barone, ringhiando famelico. L’ultimo attacco che lo raggiunge è quello dell’esploratrice, che le riempie la bocca di pipistrelli. Il ragno si paralizza improvvisamente, come se ciò avesse sortito su di lui un qualche effetto, ma alla fine si limita a rigurgitare una poltiglia verde, informe e fumante, sul terreno della grotta. Decide dunque di scagliare su di lei il prossimo attacco. L’occhio si chiude per lasciare spazio ad un altro, che usa per evocare un raggio congelante. Raggio che tuttavia viene intercettato dal grifone. Questo cade malamente a terra, con le ali congelate, prima di tornare alla sua forma umana. L’esploratore rimane in ginocchio ansante e dolorante, fissando a denti stretti la creatura mentre il ghiaccio si propaga rapido sul suo corpo.

Marchesa Vaniglia comincia a riprendersi un poco per volta. Boccheggia, ma non riesce ancora a controllare le corde vocali, allora allunga con estrema lentezza una mano verso Aranel, per segnalarle che sta bene e spingerla ad aiutare gli altri contro la creatura. L’attacco del ragno ha interrotto il flusso dei suoi pensieri. Non avendo quindi la più pallida idea su come procedere, rimane semplicemente sdraiata sul posto, a fissare il soffitto della caverna in attesa che l’effetto della paralisi svanisca.

Conte SajCor il Limoncino Candido vede arrivare Nerissa a gran velocità nella sua direzione. Impreparato apre le braccia per prenderla al volo ma si ritrova a rotolare per terra insieme a lei.

Dea Aranel mantiene lo sguardo fisso su Vaniglia ancora per qualche istante, prima di annuire in modo quasi impercettibile, per poi rialzarsi ed osservare il trambusto che accade attorno a lei. Osserva prima i compagni, e poi di nuovo il loro nemico, posando lo sguardo sui suoi occhi, o meglio, sull’unico aperto. All’improvviso viene colta da un dubbio. Finora il ragno ha usato più incantesimi, ma non ha mai aperto più di un occhio alla volta. Eppure, se lo facesse, il loro sconto sicuramente terminerebbe in un istante. Questo può voler dire una sola cosa: il ragno non può aprire più di un occhio alla volta, o almeno ci spera. Decide quindi di tentare una mossa azzardata. Aggira il nemico e, una volta arrivata alle sue spalle, proprio come Nerissa gli sale sul dorso arrampicandosi agilmente. Una volta lassù, cerca rapidamente di ricordare quale occhio ha quale potere. Allunga le mani verso l’occhio capace di evocare la barriera e tenta di sigillarlo congelandolo.

Madam Nerissa viene colta alla sprovvista. Con il respiro mozzato dalla salda presa del ragno, si ritrova scagliata contro SajCor. Nonostante lui abbia tentato di prenderla, si ritrovano a rotolare insieme fino a scontrarsi con una parete. “Ahia.” Cerca di rialzarsi per accertarsi delle condizioni del fratello ma non ci riesce. Rimane quindi lì seduta a riprendere fiato e a farsi venire un’altra idea.

Dio minore Phobos l`Oni Incendiario Viene colpito a “tradimento” dalla grossa zampa del ragno. Finisce contro la parete con una spallata che rovina più la roccia che lui stesso. L’incantesimo di Aranel lo salva per un soffio, tuttavia, non perde certo l’entusiasmo e ritorna alla carica. Questa volta contro di lui: “Inutile essere...pensavo non ci fossero altri animali orgogliosi quanto me.” ringhia contro la bestia. I fiammoni si riaccendono tra i suoi palmi: “Ora ammazzo te e mi prendo quel medaglione da solo...” afferma a sguardo fermo. Si porta accanto a Tristan e lo punzecchia con un piede mentre osserva il suo corpo raffreddarsi: “AhAh...questo facilita solo le cose” quindi porta le mani verso i bozzoli e seguendo le indicazioni dategli prima dalla sorella, rilascia una fiamma su di essi e l’altra verso qualche stalattite.

Esploratrice Arianrhod approfitta del trambusto generale per lanciarsi verso Tristan: gli altri si occuperanno del ragno, lei proverà a ottenere ciò che desidera. Pur non essendo ancora padrona della magia elementale, ricorda un blando incantesimo lenitivo insegnatole dalla nonna, che potrebbe essere sufficiente per arrestare lo stato di congelamento. Con l’altra, però, sfrutta lo stordimento momentaneo dell’esploratore per insinuare la mano nel colletto della sua blusa, provando a sottrarre il ciondolo incantato del giovane. Accovacciata, lancia uno sguardo ai movimenti di Aranel: la Dea sembra sapere ciò che fa. Sospira, armeggiando con la catenina e borbottando la formula magica anti ghiaccio.

L’esploratore si limita a lanciare un’occhiataccia a Phobos senza dire nulla, troppo impegnato a diventare una statua di ghiaccio. Il processo tuttavia viene arrestato dalla fanciulla, sebbene ormai si sia propagato abbastanza da immobilizzarlo a terra. Afferra con la mano tremante quella di lei, fissandola negli occhi per qualche secondo. “Ho solo tre condizioni. Alla fine di tutto questo, il medaglione dovrà tornare nelle mie mani.” Indica l’Oni con un cenno della testa. “La seconda condizione è: fa sì che non cada nelle sue.” Torna a rivolgerle un debole sorriso. “Sopravvivi.” Dopo averle sussurrato l’ultima condizione, sgancia il medaglione dal proprio collo e lo affida a lei. “Buona fortuna.”
Dall’altra parte della stanza, il nemico si scrolla di dosso la Dea muovendo rapidamente l’addome, senza accorgersi che uno dei suoi occhi più importanti è stato bloccato dal suo incantesimo. La sua attenzione quindi viene catturata dalla Madam e dal Dio minore, che pare stiano architettando qualcosa. Batte una zampa contro il terreno congelato, scuotendo la terra e facendo crollare su di loro qualche roccia acuminata.

Marchesa Vaniglia riuscendo nuovamente a muoversi senza troppe difficoltà, scioglie un poco gli arti indolenziti e si guarda in giro per valutare la situazione. Ricordandosi delle parole rivoltele da Saj prima che finisse stesa a terra, si tira su a sedere. Frettolosamente estrae per l’ennesima volta la propria pergamena, che ripiega per bene e su cui disegna con grande precisione il grosso ragno, scribacciando accanto ad ognuno degli occhi le informazioni fin’ora raccolte. Pensando che forse dopotutto un proprio intervento potrebbe essere d’intralcio a chi già sta tenendo testa alla bestia, per l’inizio cerca di aiutare Arianrhod a scaldare Tristan.

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Conte SajCor il Limoncino Candido si rialza non tanto ammaccato e leggermente umiliato per non esser riuscito ad afferrare Madam Nerissa. Alza la mano sinistra verso il ragno ed evoca una luce abbagliante nel tentativo di fargli chiudere un occhio (in entrambi i sensi). Imitando le gesta di Aranel corre verso il ragno sperando che la luce abbia funzionato e invece che sul dorso gli corre sotto e inizia a bastonarlo col suo scettro sulle zampe e contro l’addome sperando in qualche modo di avvantaggiare i suoi compagni.

Dea Aranel casca a terra con un tonfo e si lascia sfuggire un verso di dolore. Si rialza sbuffando e osserva il nemico proprio mentre il barone evoca quella luce. Fortunatamente il cappuccio del mantello la protegge. Senza pensarci, infila la mano in una tasca del mantello e ne estrae una piccola maschera bianca. La applica al viso, coprendolo per metà, e mentre le sue vesti si tingono di rosso ed il mantello muta in un soprabito, raggiunge SajCor estraendo la daga. Al riparo dagli occhi malefici del nemico, quindi, comincia a menare fendenti a ripetizione contro una delle solide zampe del ragno, nel tentativo di mutilarlo. “Penserai a quello stupido medaglione più tardi! Ora vedi di renderti utile fannullone, o rimarrai a mani vuote!” Grida all’oni, tenendolo d’occhio da lontano.

Madam Nerissa riesce con molta fortuna a schivare le rocce che cadono dal soffitto. Dopo aver evocato un lieve incantesimo di cura su di sé, corre incontro al mostro al fine di recuperare le sue scimitarre prima di portarsi affianco ad Aranel ed aiutarla nel mutilare la zampa del ragno.

Dio minore Phobos l`Oni Incendiario non ricevendo altri segnali da parte della sorella, decide di procedere di testa sua...Di nuovo. Spegne le fiamme tra le mani e le pone davanti a sé. L’amuleto magico comincia a formarsi tra di esse. Mira l’occhio indaco, più pericoloso per loro al momento e lancia su di esso l’incanto: “Sigillo di costrizione numero uno... blocco muscolare....” borbotta offeso dalle parole di Aranel. Poi si volta verso Arianrhod minaccioso, tuttavia si calma subito e la scruta sereno. Poco dopo torna concentrato sul ragno e risponde a gran voce alla lich : “A meno che non vuoi bruciare insieme a lui accontentati di questo....altrimenti allontanati e lasciami lavorare.”

Esploratrice Arianrhod sblocca finalmente il meccanismo che ferma la catena del ciondolo. Stringendolo tra le piccole mani, lo osserva silenziosamente, rapita dall’energia magica che l’oggetto sembra emanare. La sua mente è talmente presa dall’immaginare cosa il gioiello le consentirebbe di realizzare che quasi non percepisce le condizioni di Tristan, alle quali annuisce con un vago cenno del capo in segno d’assenso. Indossato il ciondolo, lascia l’esploratore alle cure di Vaniglia passando in rassegna i vari componenti della compagnia con lo sguardo: adesso che possiede l’oggetto, forse non è più l’ultima, debole ruota del carro. Stringe le manine e procede con decisione verso l’animale mostruoso “Dove abbiamo sbagliato sinora..” riflette, evitando per un soffio la luce di SajCor e rischiando di ustionarsi a contatto con Phobos, del quale ricambia lo sguardo. Quindi, ormai a fianco di Aranel e Nerissa, prende con la mancina il gioiello, mormorando “Meno forza... Più agilità.” PUFF. A posto della nana, appare un grazioso, snello e coloratissimo colibrì che libra subito in volo sfruttando gli attacchi dal basso delle due ragazze. Servendosi dell’intensa velocità e del lungo e appuntito becco dell’animale, inizia a beccare ripetutamente gli occhi ancora aperti del ragno, provando a schivarne gli attacchi grazie alla rapidità degli spostamenti tipici del variopinto animale.

L’esploratore rimane seduto a terra, immobile e teso, tenendo d’occhio la situazione mentre si affida alle cure di Vaniglia. Intanto, il ragno si ritrova nuovamente in difficoltà. Accecato dalla luce di SajCor, chiude l’occhio per aprirne subito un altro... Il quale viene prontamente accecato da un piccolo volatile dal becco appuntito. La bestia lancia un grido di rabbia e dolore, non si sa se per l’occhio o per i nervi di due zampe che oramai sono belli che andati. La creatura comincia quindi a muoversi, dapprima cercando di evocare senza successo lo scudo magico. Non capendo che cosa lo blocchi, si muove verso la parete arrampicandocisi sopra goffamente, fino a raggiungere il soffitto. Da lì, tenta di aprire l’occhio color indaco, fallendo per l’ennesima volta. Il guardiano comincia a rivalutare il potenziale dei nemici, ritrovandosi in seria difficoltà. Decide dunque di evocare il potere della terra, del quale può usufruire senza bisogno di aprire alcun occhio, e scatena un movimento sismico che si propaga per tutta a galleria, con lo scopo di intralciare i nemici. Nel medesimo istante apre l’occhio grigio.

Marchesa Vaniglia sentendo la terra tremare, si sporge istintivamente in avanti per coprire la testa dell´esploratore da eventuali crolli. Potendo fare ben poco per contrastare l´incantesimo di congelamento, usa una blanda magia per rendergli almeno un po’ di quel calore perso. Spera che così almeno riuscirà a muoversi quel che basta per permetterle di spostarlo in un angolo più sicuro, in attesa che si riprenda del tutto. Delicatamente si poggia una delle braccia di Tristan intorno alle spalle e lo solleva da terra, senza mai perdere di vista le riespettive posizioni del nemico e dei compagni, soprattutto quelle di Aranel e Phobos, seppur per motivi diversi. “Riesci a camminare?” chiede preoccupata prima di mettersi in moto.

Conte SajCor il Limoncino Candido conficca il suo scettro nel terreno per tenersi in equilibrio. Guarda in alto verso il ragno sottosopra e prova ad escogitare un nuovo modo per colpirlo: ormai le armi bianche non hanno più utilità. Notando le due zampe ferite immagina che con sei zampe l’equilibrio della bestia sia peggiore del solito. Battendo l’artefatto nuovamente a terra crea egli spuntoni di roccia proprio sotto la creatura, e invocando la forza di Sgrios lancia dei fulmini verso le zampe. Non ha idea di quanto efficace possa essere il piano ma ci prova. Intanto si maledice di non essere un Titano come una volta.

Dea Aranel quasi cade a terra a causa della scossa sismica, ma riesce a mantenere l’equilibrio grazie alla propria daga che punta per terra. Segue con lo sguardo il ragno, studiando le sue mosse e soprattutto le sue debolezze che stanno riuscendo ad esporre. Il colore dell’ultimo occhio la allarma, nonostante non ne conosca le proprietà, quindi cerca di escogitare qualcosa in fretta. Osserva gli incantesimi di SajCor e sorride, trovando abbia avuto un’ottima idea. Quindi allunga una mano verso il soffitto lanciando diversi incantesimi di ghiaccio conto la parete, per farla diventare scivolosa e rendere ogni appiglio più precario.

Madam Nerissa nonostante la scossa sismica riesce a mantenersi in piedi. Osserva i due compagni, studiando le loro mosse ed all’improvviso un’idea le balena per la mente. Velocemente corre verso il fratello e, dopo avergli sussurrato il piano all’orecchio, ritorna vicino al ragno. Estrae dalla bisaccia varie ampolle contenenti lo stesso liquido scuro e viscoso e le scaglia contro l’essere mirando al dorso dove risiedono gli occhi.

Dio minore Phobos l`Oni Incendiario fa un balzo per evitare la scossa. Ciò nonostante anche in aria viene colpito e vola qualche metro indietro finendo accanto ai due fuggitivi: “Via di qui...” accenna appena mentre crea davanti a loro un muro di fiamma. Fatto ciò raggiunge la madam in corsa e ne ascolta le parole. Non riesce a trattenere una risata ed esclama: “Ai tuoi ordini!” quindi, mentre lei si appresta a lanciare le ampolle, si prepara con le mani puntate. Nel momento in cui queste si avvicinano abbastanza, rilascia due fiammate arancio verso di esse: “Non c’è più tempo per giocare!” Rimprovera al ragno mentre la sostanza prende fuoco divampando qua e là all’altezza del tetto.

Esploratrice Arianrhod avendo mutato attraverso il medaglione la propria persona in colibrì, non soffre particolarmente la scossa sismica. Sfreccia accanto ai compagni, alla ricerca di un angolo sicuro in cui effettuare la riconversione in nana. Accostatasi a una parete vicino Vaniglia e Tristan per trasformarsi al termine della scossa. Si rende conto che l’idea di SajCor è promettente: immobilizzare il ragno nell’attesa di scoprire il potere del nuovo occhio. Approfittando del trambusto, si muove con circospezione alla ricerca di qualche pelo o scheggia lasciato dalla belva. Trovato un frammento di zampa, lo raccoglia, con espressione schifata, attaccandolo rapidamente a uno dei suoi fantocci voodoo di riserva. Spera che l’utilizzo di una bambola base non comprometta l’esito dell’incantesimo: con la magia, cuce gli arti inferiori del fantoccio, legandoli in un nodo fatale. Sperando che la trovata funzioni, stringe sempre di più il nodo che tiene legate le gambe del pupazzo.

Il grande occhio del ragno guizza rapido su ognuno degli avventurieri, indugiando, come se non sapesse chi pietrificare per primo. E forse sono proprio quei pochi secondi di indecisione a costargli la vita. Non appena si accorge degli attacchi magici che gli volano contro, d’istinto la creatura chiude l’occhio per aprire quello che attiva lo scudo magico, senza successo. La creatura viene quindi colpita ripetutamente, prima dai fulmini, poi dalla combinazione dei due fratelli, e infine dal voodoo di Arianrhod. Tutto ciò, insieme alla parete improvvisamente scivolosa che non gli permette più alcun appoggio, compromette il suo equilibrio facendolo cadere. La creatura in fiamme colpisce in pieno gli aculei rocciosi del Conte, che si conficcano in profondità nella sua carne. Il guardiano, simile a un sanguinolento puntaspilli gigante, lancia un roco grido di dolore mentre le fiamme lo consumano, annebbiandogli la vista. Il suo enorme corpo trema in modo convulso, prima di immobilizzarsi, ormai privo di vita, almeno apparentemente. Un improvviso silenzio ora domina in quella galleria, interrotto solamente dallo scalpitare delle fiamme.
L’esploratore si alza in piedi, non senza qualche difficoltà, rivolgendo un debole sorriso a Vaniglia. “Sto molto meglio, grazie.” Sussurra posando gli occhi sul corpo esanime del ragno.
Questo, improvvisamente, comincia a sciogliersi insieme agli spuntoni di roccia, divenendo una melma fumante che viene assorbita dal terreno. Lì, davanti allo scrigno che il ragno custodiva gelosamente, non è rimasto altro che la spada insanguinata della strega. Tuttavia quel momento di pace e trionfo dura ben poco. Al centro della stanza, nello stesso punto in cui ciò che rimaneva del ragno è stato assorbito, si crea una voragine di discrete dimensioni, che fa nuovamente tremare la terra. Da quel buco fuoriescono otto lunghe zampe che precedono l’arrivo del guardiano, che pare completamente rigenerato e risanato. La buca si chiude, e il guardiano si staglia nuovamente davanti ai guerrieri. Tuttavia in lui non vi è più alcun atteggiamento ostile. “Sono passati anni, forse secoli da quando qualcuno è riuscito a mettermi in una simile difficoltà.” La voce roca e cavernosa del ragno pare calma ma vagamente spossata. “Mi avete dimostrato che, nonostante alcuni di voi non posseggano esattamente le caratteristiche che rendono forte un guerriero, siete dotati di un coraggio e di una forza di volontà tale da riuscire a tenermi testa. Se solo il mio occhio non fosse danneggiato in modo irreparabile, ci saremmo divertiti ancora di più.” Per un essere simile, al quale è riservata una vita eterna, quello non è stato altro che un gioco. “Credo che il mio creatore non avrebbe nulla in contrario, se vi lasciassi mettere le mani su questo tesoro polveroso che proteggo ormai da una vita.” Lo sguardo del ragno si sofferma di nuovo su ogni singolo guerriero, prima di chiudersi. “Prendete ciò che il vostro cuore desidera e andatevene. Ma non fate più ritorno.” Li ammonisce, prima di battere una zampa per terra. Come prima, il suo corpo si scioglie divenendo un’ampia pozzanghera fangosa che viene assorbita dal terreno. Un rombo alle spalle degli esploratori li avverte che il cunicolo dal quale sono entrati è di nuovo aperto.
Tristan rimane immobile per un lungo istante, soppesando cupamente le parole del ragno. Dopodiché senza dire una parola, procede lungo la stanza, ma non verso lo scrigno. Si avvicina bensì ai bozzoli accatastati lungo la parete, dopo aver esaminato con cura la spada che giace a terra.

Marchesa Vaniglia osserva stupefatta la sconfitta del ragno, è profondamente sollevata nel vederne finalmente i resti assorbiti dal terreno. Alle parole di Tristan, volta la testa nella sua direzione e ricambia il sorriso. Il suo è raggiante, ma svanisce non appena la creatura viene risputata dagli inferi, in condizioni migliori di quelle in cui era all’inizio. Attentamente ascolta ciò che ha da dire e annuisce davanti all’ammonimento, anche se probabilmente nessuno sta facendo caso a lei. Poi corre in fretta e furia verso il resto del gruppo e getta le braccia intorno al collo di Nel, urlando “Ce l’avete fatta!!”

Conte SajCor il Limoncino Candido si accascia a terra. “Finalmente!” Fa per rialzarsi quando riappare il ragno ma al sentirlo parlare capisce che non ci sarà un’altra battaglia; rimane li seduto ancora qualche minuto, poi si alza per raggiungere i suoi compagni e assicurarsi che stiano tutti bene. “Sapevo che ce l’avremmo fatta!” Cerca di capire cosa Tristan stia facendo, poi la sua attenzione va sullo scrigno. Lo aprirà quando tutti saranno pronti e riposati. Intanto si congratula con gli altri per le loro formidabili azioni.

Dea Aranel osserva la scena senza fiatare. Prima, con grande soddisfazione, scostandosi per non essere colpita dal nemico in caduta. Poi con preoccupazione, vedendolo rispuntare dalle sue ceneri. Infine con sollievo; la battaglia è finita. Rapidamente si sfila la maschera, riponendola nella tasca del mantello. Non appena si riprende, è tra le braccia di Vaniglia e i suoi abiti sono tornati quelli di prima. Si guarda attorno, spaesata, cercando di capire che cosa sia successo nel frattempo. Evidentemente ce l’hanno fatta. Abbozza un sorriso ricambiando l’abbraccio di Vaniglia. “Ne dubitavi?” Le domanda, accarezzandole la schiena. I suoi occhi si soffermano sui concittadini e sull’esploratore. Solo alla fine sulla spada insanguinata che giace a terra incustodita. Dopo qualche secondo scioglie l’abbraccio e si avvicina per raccoglierla, soppesandola e studiandone le caratteristiche.

Madam Nerissa rimane immobile, a debita distanza, ad osservare il corpo del ragno liquefarsi ma, neanche dopo poco tempo, risorge da una voragine del terreno. Ascolta quindi incuriosita le parole dell’essere e molte domande riguardanti il mostro e il suo creatore si pongono nella sua mente ma preferisce tenersele per sé. Quando finalmente l’essere se ne va, pulisce le sue scimitarre prima di riporle nei rispettivi foderi. Posa quindi lo sguardo sul fratello per accertarsi che stia bene prima di riportare lo sguardo sullo scrigno, chiedendosi cosa contenga di così prezioso.

Dio Phobos l`Oni Incendiario osserva il ragno prendere fuoco con occhi colmi di soddisfazione. Fa per lanciare altre fiamme, quando capisce che non c’è ne più bisogno. A testa inclinata osserva la disfatta del ragno mentre questo si ritrae anche grazie alle sue adorate fiaccole. Fa una smorfia e grida: “Ma come...tutto qui?? Stupido ragnone!” si lamenta tirando un calcio ad una zampa della bestia. Poco dopo il corpo di essa comicia a sciogliersi, quindi opta per allontanarsi. Fa per girarsi e andare verso lo scrigno, quando improvvisamente l’animale torna in vita. Sbuffa e torna a guardare il mostro. Accenna una parola di disprezzo ma viene bloccato dal suo monologo. Torna serio e ascolta le sue parole. Una volta finite parte in corsa verso di lui per porgli un quesito importante, tuttavia al suo arrivo, quest’ultimo è già scomparso. Batte i piedi a terra arrabbiato: “Torna qui! Voglio parlare con te!” piagnucola inutilmente. Quando poi si rassegna, si volta e va verso lo scrigno ingnorando l’enfasi del momento. Lo apre senza indugio e rimane fermo ad osservarne il contenuto.

Gladiatrice Arianrhod sospira, rimanendo in disparte dai festeggiamenti. In fondo, è un po’ delusa dall’evoluzione dell’azione: sperava che la sua partecipazione alla battaglia fosse sufficiente a... Il flusso dei suoi pensieri è interrotto dal discorso del ragno. Non appena egli tace, corre verso lo scrigno, sperando di acquistare un diritto di precedenza, ma è preceduta, purtroppo, da Phobos. Lo afferra per un braccio, strattonandolo e intimando “Mostrami il suo contenuto, mostramelo ti dico!” La scarsa statura le impedisce, infatti, persino di sbirciare al suo interno.

L’esploratore continua a frugare tra i bozzoli, cercando qualcosa in particolare. Dopo aver esaminato l’ultimo rimane immobile per una manciata di secondi, cercando di reggere emotivamente lo spettacolo al quale sta assistendo. Scava con le mani attraverso la ragnatela appiccicosa e consunta, tirandone fuori qualcosa che si infila velocemente in tasca.
Proprio in quel momento, il grande baule comincia a tremare fortemente dopo essere stato aperto. Subito dopo comincia a rigettare nella galleria un contenuto impressionante di tesori; gioielli e monili lucenti, ori sonanti, armi, dorate e corone sofisticate, in pratica qualsiasi cosa che si avvicini anche vagamente all’idea di “prezioso”. Quella fontana splendente e luccicante si arresta solo quando il pavimento è praticamente ricoperto, evidentemente quel baule era più spazioso all’interno.
Tristan osserva l’esplosione con aria quasi disinteressata, facendo vagare pigramente lo sguardo tra i mille tesori.

Sindaco Vaniglia rimane sbalordita alla vista di tutti quegli oggetti di valore. Lentamente gironzola per la galleria, lasciando scorrere lo sguardo finchè qualcosa non cattura il suo interesse. A quel punto si inginocchia accanto un mucchietto di monete d’oro e ne estrae un collier d’argento finimente lavorato, incastastonato di tanti piccoli diamanti. Come incantata lo accarezza con la punta delle dita per qualche istante, prima di allacciarselo intorno al collo e nasconderlo sotto il colletto della cappa. “Ma... possiamo prendere proprio tutto ciò che desideriamo?” chiede incerta mentre si alza e ricomincia a girare per la stanza alla ricerca di qualcosa di particolare.

Marchese SajCor il Limoncino Candido è impressionato da tutto quel ben di Sgrios. Decide di mettersi alla ricerca di qualcosa di utile per la sua carriera o per la via quotidiana. Girovagando trai vari tesori si imbatte in un lucente bastone-scettro quasi dorato, lo raccoglie e ne scruta le fattezze. Ad un certo punto i suoi occhi cadono su qualcosa di ancora più interessante: Un boccale, della stessa forma del suo artefatto, ma magico in modo diverso. Decide di prendere entrambi gli oggetti, ma se la sua scelta dovesse andare solo per uno dei due, di certo sceglierebbe il bicchierone! È piuttosto interessato a scoprirne gli effetti magici.

Dea Aranel quasi evoca su sé stessa una barriera quando lo scoppio del baule travolge la stanza. Basita si guarda attorno, affascinata da quella moltitudine di tesori. Non saprebbe nemmeno da dove cominciare ad arraffare qualcosa. Innanzitutto decide di lasciar lì la daga e sostituirla con la spada, affascinata dall’idea di possedere un’arma appartenente un tempo a chissà quale valoroso guerriero. E poi ha una mezza idea di come sfruttare il sangue del ragno. Dopodiché comincia ad esaminare i vari tesori, infilandosi di tanto in tanto qualche gioiello in tasca; le hanno insegnato, in passato, a riconoscere gli oggetti di valore.

Camerlenga Nerissa osserva incuriosita l’esplosione del baule che rigurgita vari oggetti più o meno preziosi. Quando nota che ha finito, procede alla ricerca di qualcosa che possa esserle utile. In un mucchietto vicino a lei scorge qualcosa di luccicante che attira la sua attenzione. Un paio di polsiere d’oro di ottima fattura e molto leggere ma troppo grandi per lei. Le studia per capirne la provenienza prima di posarle nella bisaccia, sapendo già a chi regalarle. Cammina ancora per un po’ prima di trovare un bracciale d’argento finemente lavorato in un delicato intreccio. Lo prende in mano e, dopo averlo girato, nota al suo interno una scritta in elfico. Curiosa di scoprire se quella parola possa avere un potere, lo pone nella bisaccia. Sperando di trovare qualcosa di altrettanto strano come il bracciale, continua a vagare esaminando man mano i vari oggetti.

Dio Phobos l`Oni Incendiario viene sommerso da una montagna di: Oro, gioielli, gemme e quant’altro. Con un botto, scaraventa tutto lontano da sé mentre torna al punto in cui il ragno si è appena sciolto: “Tutto questo....solo per una montagna di tesori?” gli tuona come se potesse sentirlo. Si volta per vedere i propri compagni gingillare con i tesori e accaparrarsi il proprio premio. Si china solo per cogliere un ametista della grandezza di un pugno, nel nucleo, una scintilla palpitante di argento vivo. Lo donerà presto alla “sua” regina. Si alza e torna verso la porta: “L’oro corrompe anche l’animo più valoroso...” rimprovera loro. “Ed ora andiamocene.” aspetta che tutto il gruppo lo superi prima di partire.

Gladiatrice Arianrhod si ritrova circondata da un’immane quantità di oro, metalli preziosi di vario tipo e pietre preziose. La vista di simile tesoro, tuttavia, la lascia decisamente impassibile. In fondo, è l’erede di un’antica- e potente- dinastia. Prosegue in direzione del resto del gruppo, indifferente al cumulo scintillante che invade la grotta, chiedendosi cosa ci trovino gli altri di così speciale in quelle pietre senz’anima. Tuttavia, la sua attenzione è attirata da un luccichio bluastro, d’una sfumatura simile a quella del cielo notturno. Incuriosita, coglie da terra una catenella argentea cui è attaccato un pendente, uno zaffiro si direbbe, su cui sembra essere riconoscibile la sagoma del Grande Carro e di altre costellazioni. Con noncuranza, lo infila rapidamente in una delle tasche del mantello.

Tristan perlustra un’ultima volta il pavimento, ma tra i preziosi e gli artefatti non trova ciò che cerca. Attende ancora qualche minuto, così che tutti possano prendere qualcosa da portare a casa. “Se non avete altro da prendere sì, è meglio allontanarci.” Annuisce alle parole di Phobos mentre s’avvicina ad Arianrhod. “Potrei riavere il mio monile?” le domanda con gentilezza. “A proposito, complimenti per averlo usato così bene. Non è da tutti.” Abbozza l’ombra d’un sorriso, ancora piuttosto scosso. Nell’attesa della sua risposta riflette a fondo, domandandosi se sia meglio raccontare loro la verità riguardo a quella vicenda-e soprattutto riguardo a sé stesso-o meno. Alla fine giunge ad una conclusione; non è il momento. S’avvicina dunque all’uscita della grotta, aspettando il resto del gruppo per uscire.

Sindaco Vaniglia si accorge che i suoi compagni di avventure ormai si stanno preparando ad uscire dalle gallerie e sta per raggiungerli, quando nota un luccichio interessante tra tutti quegli oggetti preziosi. Affascinata si dirige verso ciò che ha catturato la sua attenzione. Il gioiello che raccoglie questa volta si rivela essere esattamente ciò che cercava: una coroncina. Con una deilicata filigrana d’argento e tempestata di piccoli diamanti, sembra abbinarsi perfettamente alla collana che già ha intascato, così non deve pensarci due volte per decidere di volerla tenere. Con un gesto teatrale se la poggia sulla testa leggermente spettinata prima di incamminarsi per riunirsi agli altri. La sua è una scelta particolare, ma non si aspetta che loro capiscano. Di passaggio raccoglie anche una manciata di monete la cui origine non riesce ad identificare, non si sa mai che non possano rivelarsi utili, prima o poi... Una volta accanto a Tristan si ferma per affermare “Io sono pronta.”

Marchese SajCor il Limoncino Candido decide di portar con se gli oggetti trovati e raccoglie delle cose poco ingombranti da conservare come ricordo. Si avvicina a Tristan mostrandogli sorridente il nuovo boccale e dicendogli di esser pronto.

Dea Aranel annuisce alle parole di Tristan, avvicinandosi al gruppetto. Anche lei, oltre alla spada e a qualche gioiello che potrebbe fruttarle qualcosa, non ha preso molto. “Torniamo a casa.”

Camerlenga Nerissa dopo aver raccolto una moneta proveniente dal suo reame, si incammina vicino all’uscita della grotta ed attende la partenza del gruppo.

Dio Phobos l`Oni Incendiario lascia che tutti passino. Infine volge lo sguardo a Tristan: “Anche tu...” lo incita mostrandoli il cunicolo. Poi si blocca e guarda ancora la vecchia stanza ora colma di tesori.

Gladiatrice Arianrhod proseguendo a piccoli passi verso l’uscita, rigira tra le mani il nuovo ciondolo senza degnare di uno sguardo il resto dei tesori. Imbattutasi in Tristan, replica, gongolando per il complimento. “Riprendilo pure. Ne ho trovato uno decisamente più elegante. Devo solo scopire a cosa possa servire.” Lascia scattare la chiusura del gioiello, porgendoglielo con un sorriso malizioso stampato sul volto. Quindi, s’affretta verso l’uscita. “E finalmente basta con l’umidità.”

L’esploratore sorride alle parole della Scudiera. “Ti dona sicuramente di più.” Riprende finalmente tra le mani il proprio monile, legandolo al collo, mentre con la mano destra stringe nella tasca un oggetto completamente identico, o quasi. “è stata una bella avventura, ma ora torniamo a casa.” Sussurra, accompagnando il gruppo di avventurieri lungo la strada del ritorno, immaginando che tutti lo stiano seguendo.

Non appena gli avventurieri si sono allontanati, lasciando il Dio Minore da solo nella stanza, la voce del ragno rimbomba nuovamente. “E tu cosa ci fai, ancora qui? Non c’è nulla che ti aggrada tra i miei tesori, oltre a quella graziosa pietra?”
 
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.•*Vaniglia*•.
view post Posted on 15/1/2016, 23:50     +1   -1




Capitolo 13
La Richiesta di Phobos




Poco sorpreso di risentirlo, Phobos commenta fermo: “Non è per me.” fa segno di materializzarsi nel punto in cui è sparito: “Quello che voglio non sta ancora in questa stanza” sottolineando l’ancora per incitarlo ad eseguire la sua precedente richiesta.

L’enorme creatura, certo non si degna di presentarsi all’Oni solo perché lo desidera. Tuttavia, un enorme occhio sbuca dalla parete di fronte a lui, fissandolo come se guardasse dritto nella sua anima. “Di grazia, cosa vorresti da me?”
Dio Phobos l`Oni Incendiario sorride da sotto il copricapo: “Ora cominciamo a ragionare. Non capisco....ci hai lasciati vincere...ci hai lasciati il tuo tesoro...tuttavia non conosco tuttavia molte cose sul tuo conto....Cose che al momento però non sono di mio interesse primario.” con due dita fa segno sulla propria maschera di aprirsi gli occhi: “Voglio rivederli.” confessa infine con entusiasmo.

Il grande occhio si sofferma a lungo sull’Oni. Qualche secondo dopo torna a parlare. “E sia.” Glielo concede per quanto sia strana la sua richiesta. Dalla parete riaffiorano anche gli altri sette occhi, due dei quali tuttavia rimangono chiusi, feriti in modo apparentemente irreparabile.

Dio Phobos l`Oni Incendiario senza riuscire più a trattenersi scoppia a ridere con euforia: “Eccolo! Ecco il mio premio!” apre le braccia come per indicarli tutti assieme: “In tutta la mia lunga vita non ho mai visto qualcosa di così potente e perfetto!” passa i suoi occhietti su ogni occhio.

Il guardiano irrompe in una fragorosa risata, tale da far quasi tremare il terreno. “Pensi davvero che io sia disposto a donarti il mio potere? Voi mortali sapete essere così sciocchi e presuntuosi, a volte. Dammi un solo motivo per cui dovrei farlo.”

Dio Phobos l`Oni Incendiario si impettisce, anzichè tremare a quella sua reazione. Si batte sul petto: “Il mio nome è Amdìr....sono l’erede al trono di Lorien...” si blocca: “Ma che vuoi che interessi a te.” commenta con uno sbuffo. Poi un’altra soluzione gli balena in testa: “Tu...non sei annoiato dal dover passare tutta la tua vita in questa caverna a sorgegliare.....questo.” indica schifato l’oro: “Tu....tu vuoi qualcuno con cui condividere il tuo potere,condividere parte di te così da poter guardare il mondo nonostante il tuo compito severo.....Io ti offro IL MONDO” teatralizza estendendo la sua mano su tutta la grotta e anche sull’uscita: “Io ti offro di poter vedere tutto ciò che in una vita come la tua non potrai mai....” ma si blocca arrivato al punto della condizione: “Ma per fare ciò, mi sarà ovviamente necessario poter portare il tuo sguardo con me.” indica gli occhi: “Donamene uno, uno soltanto!” sibila con gli occhi in fiamme dall’euforia.

Gli occhi del ragno guardano con attenzione il Dio Minore. Un essere così piccolo ed insignificante, eppure gli propone una cosa del genere. Il mondo esterno. Mai ha potuto posare lo sguardo su quel luogo di cui tutti gli avventurieri che si addentrano nella galleria parlano, narrando a volte di luoghi meravigliosi e incantati che la sua mente, seppur sviluppata quanto la loro, non potrebbe mai immaginare. Un lungo silenzio aleggia nella galleria, mentre il guardiano valuta con attenzione la sua proposta. In effetti, il suo creatore gli ha imposto solamente di non muoversi di lì, di fare la guardia al suo tesoro; non gli ha mai ordinato di non fare una cosa del genere. Improvvisamente i sei occhi si illuminano di un bagliore sinistro. “E sia.” Tuona la sua voce. “Ti darò parte del mio potere. Tuttavia non so quanto il tuo corpo potrà reggerne l’uso. Quindi usalo in modo responsabile.” Fa una pausa. “Se sei ancora convinto, porgi a me la tua mano.”

Dio Phobos l`Oni Incendiario allunga la mano come se fosse sulla strada verso gli dei: “Rispetterò le condizioni e punirò il mio corpo a resistere.” chiude più volte il palmo a pugno, come se stesse per afferrare qualcosa.

Gli occhi del ragno si fanno sempre più luminosi, tanto da accecare l’Incendiario mentre sulla sua mano viene applicato un marchio nero a forma di occhio, attraverso il quale, anche lui, potrà finalmente vedere il mondo esterno. Al termine dell’operazione, gli occhi sono spariti del tutto lasciando di nuovo l’Oni da solo, in un tacito assenso.

Dio Phobos l`Oni Incendiario sorride...ghigna...ridacchia e infine ride a pieni polmoni. Chiude il palmo nascondendo il marchio e si volta soddisfatto. Arriva alla soglia della caverna e si ferma: “Questo....è il mondo.” varca l’uscita ed si dirige anche lui fuori dal tunnel.
 
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ƒë@ñø®
view post Posted on 16/1/2016, 01:06     +1   -1




Finita! Complimenti! Hai intenzione di continuare con gli eventi successivi o ti fermi qui? :D
 
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.•*Vaniglia*•.
view post Posted on 16/1/2016, 09:29     +1   -1




"Finalmente!" aggiungerei anche :P
Ho tutta l'intenzione di documentare anche quelli a venire, di sicuro userò una tattica diversa (magari quella di inserire i testi man mano che procede la role, in modo di non tirarla troppo per le lunghe) : in fondo ormai sono passati tre mesi dalla sua reale conclusione!! O di più? D:

Mi sarebbe piaciuto illustrare ogni capitolo... purtroppo non sono poi così brava a disegnare, quindi ho rinunciato a torturarvi con le mie schifezze. Non ringraziatemi xD
 
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ƒë@ñø®
view post Posted on 16/1/2016, 14:04     +1   -1




Il ragnetto era carino!
 
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24 replies since 23/10/2015, 18:20   313 views
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